lunedì 21 aprile 2014

Rotland Press



Storie sensazionali e scioccanti, ricche di sofisticato cinismo, crudele creatività e umorismo sovversivo, fatte per divertire ma anche per ricordare la disperazione insita in ogni essere umano. E' questa la missione della Rotland Press, una piccola casa editrice di Detroit guidata dall'editore Ryan Standfest e dal direttore creativo Stephen William Schudlich. Una missione che non ha a che fare soltanto con i fumetti indie dei nostri giorni, dato che gli albi della Rotland sono caratterizzati da riferimenti alla letteratura, alla poesia, all'arte, al cinema e ovviamente ai fumetti del passato. Così, anche se è in gran parte realizzato da artisti contemporanei, ogni libro pubblicato da Mr. Standfest ha uno charme inconfondibile, come se provenisse da un'epoca lontana. Per esempio la serie Rotland Dreadfuls, che ha recentemente raggiunto il decimo numero con Sadistic Comics di R. Sikoryak, è costituita da albi tra le 16 e le 20 pagine dichiaratamente ispirati ai Penny Dreadfuls, gli economici libretti stampati nell'Inghiterra del diciannovesimo secolo e contenenti storie che qualche anno dopo sarebbero state definite pulp. E non è dunque una coincidenza che Cole Closser abbia deciso di adattare per il sesto numero della serie il racconto Bearskin dei fratelli Grimm, utilizzando uno stile squisitamente retrò. Dopo tutto Closser ha già mostrato la sua notevole abilità nel maneggiare mezzi espressivi e tematiche di altri tempi nel suo Little Tommy Lost edito dalla Koyama Press (qui la mia recensione). 


Un altro comic book di questa serie, Birth of Horror di Josh Bayer, guarda a un passato più vicino e ci riporta ai primi anni della Marvel Comics, scegliendo come protagonisti Stan Lee, Bill Everett e Gary Friedrich, con un'apparizione a sorpresa dei Misfits e l'inevitabile cameo di Rom. Le divertenti gag dell'albo, piene di riferimenti alla storia del fumetto, sono scandite dallo stile crudo e al tempo stesso dettagliato dell'uomo dietro l'antologia Suspect Device (date un'occhiata alla campagna Kickstarter per il quarto numero).
La Rotland Press è anche uno spazio dove il padrone di casa Ryan Standfest può esprimere se stesso, come succede nel recente Little Book of Banal Agony, stampato nello stesso formato dei Dreadfuls e con il solito gusto per un crudele humor nero. Little Book è diviso in due parti, Common Causes of Clown Deaths, nella quale dei divertenti racconti sulle rocambolesche disavventure di malcapitati clown sono accompagnati da semplici bozzetti, e Typical Serious Symptoms for Average Males, dove i brevi testi sono invece delle didascalie per illustrazioni astratte a tutta pagina.


Standfest è anche il curatore di Black Eye, un'imperdibile antologia che nei due numeri pubblicati sinora ha ospitato opere grottesche, umoristiche, malate, crudeli, assurde, morbose, sarcastiche e pulp di artisti come Al Columbia, Mark Newgarden, Olivier Schrauwen, Brecht Evens, Ivan Brunetti, Michael Kupperman, Brecht Vandenbroucke, Kaz, Danny Hellman, Ludovic Debeurme, Stéphane Blanquet, Lilli Carré, Paul Paetzel, Frédéric Coché, Julia Gfrörer, Peter Kuper, Benjamin Marra, Ben Jones, David Paleo, Paul Nudd, Onsmith e molti altri ancora. 


La lista è impressionante e diventa quasi incredibile quando si legge il nome di David Lynch, che ha apprezzato il primo numero e contribuito al secondo con la sua arte. Ma Black Eye non è soltanto fumetti e illustrazioni, dato che Standfest ha inserito nell'antologia anche contenuti critici (il primo numero contiene il suo saggio su Al Feldstein e la Ec Comics, oltre a quelli di Jeet Heer su S. Clay Wilson, Bob Levin su The Adventures of Phoebe Zeit-Geist e Ken Parille su Steve Ditko), tributi ad artisti del passato (Roland Topor nel primo numero, l'illustratore messicano Posada nel secondo) e alcuni racconti. Se i Rotland Dreadfuls ricordano le pubblicazioni del diciannovesimo secolo, Black Eye guarda all'inizio del novecento e in particolare a movimenti culturali come l'Espressionismo, il Dada e il Surrealismo. Il terzo numero uscirà probabilmente l'anno prossimo e non è l'unico nuovo progetto, dato che nei prossimi mesi vedranno anche la luce un tabloid dedicato allo stesso Posada, che sarà presentato in occasione di una mostra a Detroit, uno show in stile cabaret basato su un libretto intitolato Novus Manualis, a Handbook for the New Man e lo Street Folly Print Stall (A Portable Rotland Press), uno spazio modellato sugli stand portatili diffusi a Londra e a Parigi nel diciottesimo e diciannovesimo secolo, creato per esibire e vendere i libri della casa editrice in strada e in alcune istituzioni.

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