venerdì 27 dicembre 2013

I migliori fumetti indie del 2014



Mentre ovunque è un tripudio di Best Of del 2013, provo a essere originale e a darvi una lista delle 10 novità più attese dell'anno prossimo. Ovviamente questa è solo una parte dei fumetti più interessanti che ci aspettano, dato che in una scena frenetica e spontanea come quella indie non si riescono ad avere grosse anticipazioni. Tuttavia spero di aver indovinato almeno qualche titolo che finirà nella Top Ten del 2014. Ah, l'ordine è puramente casuale.

1) Mould Map 3. Doveva essere la chicca di fine anno e invece per un leggero ritardo tipografico sarà l'antologia che inaugurerà l'anno nuovo. Come vedete dall'immagine di apertura, la stampa è attualmente in corso e finirà il prossimo 8 gennaio. Dunque è imminente la pubblicazione di questo volume di 224 pagine edito da Landfill Editions e finanziato tramite Kickstarter. All'interno fumetti di Sammy Harkham , Jonny Negron, Lala Albert, CF, Sam Alden e tanti altri. Di Mould Map 3 avevo già parlato qui.

2) Megahex. Per sostenere la campagna Kickstarter si è aggiunto all'ultimo minuto tra i collaboratori di Mould Map Simon Hanselmann, di cui Fantagraphics pubblicherà a giugno la raccolta definitiva (per ora) delle storie di Megg, Mogg & Owl, in un bel volume di oltre 200 pagine e copertina hardcover. Per ulteriori dettagli vi rimando a quanto già scritto nella recensione di Life Zone.

3) Frontier. Accenno brevemente alle novità annunciate dalla Youth in Decline di San Francisco, dato che ne parlerò più esaustivamente in un prossimo post dedicato all'ottima serie Frontier, che ospita di volta in volta un artista o cartoonist diverso (quest'anno Uno Moralez e Hellen Jo). Per il 2014 sono previste quattro uscite a cui è possibile già abbonarsi sul sito della casa editrice: gli artisti coinvolti saranno Sascha Hommer, Ping Zhu, Sam Alden e Emily Carroll.

4) It Never Happened Again. Dopo una serie di fumetti online e di autoproduzioni, debutterà per la Uncivilized Books di Minneapolis Sam Alden, vincitore quest'anno dell'Ignatz Award come migliore artista emergente. Il volume, previsto per la primavera, includerà Hawaii 1997 e una nuova storia inedita. Per Alden questo sarà probabilmente l'anno della consacrazione, dato che usciranno anche la raccolta di Haunter per Study Group, The Alpine Biologist per Floating World e Wicked Chicken Queen per Retrofit.


5) Ritual #3. Un autore di cui aspetto con curiosità la nuova prova è Malachi Ward, che mi ha impressionato con i due numeri finora usciti della sua serie Ritual, edita dalla Revival House Press. Il terzo capitolo è il fiore all'occhiello di un programma editoriale che vede tra le altre uscite Labyrinthectomy/Luncheonette di Chris Cilla.

6) š!L'antologia lettone, di cui ho già parlato qui, è ormai una garanzia di qualità e sono sicuro che alcune delle migliori storie brevi del 2014 le troveremo tra i quattro libretti previsti per il nuovo anno, a partire dai numeri 16 (Villages, marzo) e 17 (Sweet Romance, giugno). In dirittura d'arrivo anche 8 mini kuš!.

7) Ant Colony & A Body Beneath. Dopo l'ottimo Very Casual, Michael De Forge torna con due nuovi volumi. Il primo è la raccolta della striscia Ant Colony, già presentata in anteprima al Comic Arts Brooklyn e nelle librerie a gennaio per Drawn & Quarterly. Il secondo uscirà a maggio per un'altra casa editrice canadese, la Koyama Press, e raccoglierà le storie dei numeri dal 2 al 5 della serie Lose (qui la recensione del n.5). Sempre per Koyama da tenere d'occhio due novità di altrettanti autori canadesi, Safari Honeymoon di Jesse Jacobs e Distance Mover di Patrick Kyle.


8) Everywhere Antennas. Ancora Canada e ancora Drawn & Quarterly per il nuovo libro di Julie Delporte, che quest'anno ha fatto uscire la versione anglofona del suo bellissimo Journal. Everywhere Antennas (qui un'anteprima) sarà un'opera narrativa che utilizzerà lo stile del lavoro precedente.

9) Sacred Prism. Ogni due mesi a Philadelphia Ian Harker stampa un albo di 16 pagine che ospita un autore diverso. Se la line-up del 2014 si confermerà al livello di quella vista finora (Box Brown, Maré Odomo, Lala Albert, Benjamin Marra, Michael Olivo e Thomas Toye), penso che il progetto Sacred Prism ci riserverà delle belle sorprese. Al momento l'unica certezza è che ci saranno nuovi fumetti di Maré Odomo e Benjamin Marra.

10) Ristampe e traduzioni. Il 2014 segnerà anche l'arrivo sul mercato americano del talento belga Brecht Vandenbroucke con il suo White Cube (Drawn & Quarterly, qui un'anteprima) e, speriamo, del nostro Manuele Fior con l'edizione anglofona di Cinquemila chilometri al secondo. In quest'ultimo caso aspettiamo notizie da Fantagraphics, dato che il titolo era previsto per quest'anno ma è stato posticipato a data da destinarsi, probabilmente a causa della scomparsa di Kim Thompson, che ne stava curando la traduzione. Sempre per Fantagraphics impossibile non segnalare, probabilmente ad agosto, la raccolta integrale dell'Eightball di Daniel Clowes in due volumi hardcover con cofanetto, per un totale di 454 pagine e un prezzo di 94.99 dollari.

mercoledì 18 dicembre 2013

Sequential Vacation #1-2



di Sar Shahar; #1 autoprodotto, 2011, 32 pagg., $ 5; #2 edito da Secret Acres, New York (USA), 2013, 32 pagg., $6.

Sar Shahar è un cartoonist di Los Angeles, dove insegna disegno e fumetto. Fattosi notare con il primo numero del suo Sequential Vacation, selezionato tra i trenta migliori mini-comics del 2011 dal Comics Journal, Shahar è stato arruolato nella scuderia della newyorkese Secret Acres, per cui quest'anno ha pubblicato il secondo numero dell'omonima serie. Si tratta di fumetti muti, realizzati con uno stile semplice, in cui le figure sono rese con tratti essenziali, mentre gli sfondi sono basati su linee geometriche e forti distinzioni tra bianchi e neri. Il primo albo si intitola The Robbery e sembra ambientato nella stessa Los Angeles. Protagonista il commesso di un fast food annoiato dalla vita ripetitiva, almeno fino all'incontro in un club con una donna dai vistosi occhiali da sole rotondi. La notte passata insieme si fissa nella sua mente ma non in quella della partner. I due vanno a vedere lo stesso film (Motorcycle vs. Helicopter II, gran titolo) ma ognuno per conto suo, a indicarne il distacco emotivo. Quando sembra aver trovato una degna sostituta in una collega, quest'ultima viene uccisa durante una rapina. Ma senza tragedie l'uomo pulisce le macchie di sangue, esce dal fast food e in un bar incontra un'altra donna. La storia si conclude con un particolare della lingua di lei nell'orecchio di lui, un momento estatico che sembra quasi cancellare la morte avvenuta poche pagine prima. 



Il secondo numero risulta meno canonico rispetto al primo, pur replicandone sostanzialmente lo schema. Aperto da due uomini che si baciano in acqua indossando stravaganti camicie a fiori (un marchio di fabbrica di Shahar), Beach Fantasy sembra essere un lungo flashback dell'incontro tra i due. Assistiamo così al biondo protagonista che acquista la camicia, va a mangiare, torna a casa in macchina, si prepara a uscire ma poi rimane a fare zapping di fronte la tv. Quando sorge il sole va sulla spiaggia e trova tre persone e un cane addormentate sulla battigia. Uno di loro lo nota, iniziano a giocare a fresbee e quindi partono su un motoscafo lasciandosi alle spalle una fabbrica e dando probabilmente vita alla sequenza iniziale, in cui nuovamente è l'estasi del contatto corporeo a cancellare l'alienazione di una vita quotidiana fatta di centri commerciali, autostrade, tecnologia. Il tutto è intervallato dalla solita scena ambientata in un cinema (anche questo un topos di Shahar, ma siamo a Hollywood dopotutto), riferimenti a un disastro nucleare, metafore sessuali sparse un po' ovunque e alcune vignette astratte con punti interrogativi, grattacieli e nuvole che si rincorrono. Se lo schema è più o meno simile a quello di The Robbery, tuttavia questo secondo numero segna un passo in avanti importante rispetto al primo, perché la lettura meno lineare lascia spazio alla suggestione del lettore. A questo punto non ci resta che aspettare con curiosità la terza uscita, che si preannuncia ancor più sperimentale.

martedì 10 dicembre 2013

Life Zone


di Simon HanselmannSpace Face Books, Vermont (Usa), novembre 2013, brossurato, 64 pagg. a colori, A5, $ 12.

Megg, Mogg, Owl e Werewolf Jones sono rispettivamente una strega, un gatto, un gufo e un licantropo che bevono, fumano, si drogano, fanno sesso, si deprimono, si insultano, si incasinano, cercano lavoro e forse anche se stessi. Il loro creatore è Simon Hanselmann, 32 anni, australiano della Tasmania, che qualche anno fa ha avuto l'idea di riprendere i personaggi di una serie di libri e poi di cartoni animati per bambini, famosa in Gran Bretagna negli anni '70, storpiarne i nomi e farne un fumetto. Il successo è arrivato grazie a Tumblr, ma le vicissitudini di questi bizzarri personaggi si erano già dipanate su comic-book e antologie indie, tra cui quel St.Owl's Bay che è valso all'autore la nomination agli ultimi Ignatz Awards. Life Zone, uscito a novembre per la statunitense Space Face Books, è al momento la massima summa cartacea dell'epopea pop di Hanselmann, anche se è destinato a passare in seconda posizione quando nel giugno prossimo uscirà per Fantagraphics Megahex, un voluminosa raccolta con settanta pagine di inediti. 


Ma intanto accontentiamoci di quel che abbiamo, che non è cosa da poco. Life Zone è infatti una nuova evoluzione rispetto allo schema iniziale, che sostanzialmente vedeva i protagonisti della serie sempre fatti e stonati mettersi nelle situazioni più improbabili, con il povero Owl che spesso finiva vittima di scherzi di ogni tipo da parte degli altri. Su quella che è sostanzialmente una struttura da strip comica Hanselmann è stato in grado di inserire elementi autobiografici e dialoghi tutt'altro che ironici, uniti a trovate grafiche coloratissime e visionarie. Prendiamo l'ultimo episodio di questo albo, Altered Beasts. Megg si sta preparando per andare a un party di fidanzamento di un'altra strega e vuole farsi accompagnare dal suo attuale partner, cioè Mogg (sì, la strega e il gatto hanno una storia). Si trucca davanti allo specchio, poi al momento di uscire non trova più Mogg, che è svenuto vicino a un secchio dell'immondizia in giardino, mentre Owl e Werewolf Jones ballano da ore sotto l'effetto di non si sa cosa. Megg recupera Mogg e lo implora di rimettersi in sesto per il party, ma Mogg ha un momento di depressione e non vuole uscire. "Non mi va di farmi bello - dice - Non voglio neanche andarci. Odio quella gente. Odio la gente. Non posso continuare a fare finta che sia tutto ok... E' tutto senza senso e noioso... Non posso farlo... Mi fa tutto schifo".


Lo stato di depressione del gatto influenza anche la strega, che cade in un momento di tristezza profonda salvo poi riprendersi pensando alla festa, ai drink, a tutto il glamour della serata che li aspetta. Alla fine i due escono e si fermano a guardare la luna piena, in un disegno che occupa mezza pagina e rompe l'abituale suddivisione della tavola in dodici vignette. Davanti a questa visione Megg dice che potrebbe morire proprio in quel momento e non le importerebbe nulla e Mogg le risponde che non vuole mai lasciare "il mondo della droga". "Possiamo non lasciarlo mai?" chiede. E la strega risponde: "Un altro anno". In sole sette pagine la dipendenza dalle droghe, tema caro all'autore, si unisce a depressione, paura degli altri, mancanza di autostima e voglia di far parte del mondo "normale", neanche fossimo in una canzone degli Smiths. Tanto di cappello, e anche gli altri episodi non sono da meno, dato che apportano nuovi stuzzicanti elementi. Jobs occupa gran parte dell'albo ed è un racconto esilarante in cui non mancano elementi inquietanti. La trama vede i nostri impegnati in un lavoro da commessi per iniziativa del povero Owl, mattatore assoluto nel successivo Owl's Date, in cui con la sua micidiale pedanteria riesce a non farsi mollare da una ragazza e a portarsela anche a letto. High School è invece costruito su flashback che ci mostrano il primo incontro dei protagonisti, con alcune piccanti rivelazioni che preferisco non anticiparvi.


Divertente, intelligente, profondo e ben disegnato, Life Zone è un volume da non perdere, assolutamente consigliato per chi vuole conoscere un cartoonist che, se c'è un po' di giustizia a questo mondo, è destinato a diventare una star. Per concludere vi segnalo che Hanselmann collabora anche al sito Comics Workbook di Frank Santoro con la striscia Truth Zone, in cui gli stessi personaggi di Life Zone discettano di fumetto.

mercoledì 4 dicembre 2013

A Look is the Fire Itself



I fuochi di Anna Deflorian sono arrivati al Caos di Terni, dove rimarranno fino al prossimo 15 dicembre. C'è dunque ancora qualche giorno per visitare A Look is the Fire Itself, personale dell'artista e cartoonist trentina curata dall'associazione culturale bolognese Canicola e da Chiara Ronchini. La mostra, organizzata in occasione di Umbrialibri, ospita 21 tavole originali in bianco e nero di Roghi, pubblicato all'inizio di novembre (e di cui ho già parlato qui), un'installazione che trasfigura in chiave astratta un paesaggio di montagna, altri dipinti e serigrafie. Al centro dell'immaginario dell'artista c'è quasi sempre la figura femminile, spesso sullo sfondo di una natura ostile che fa assumere ad alcune raffigurazioni una connotazione mitologica. A seguire vi propongo una galleria fotografica realizzata in loco che spero possa rendere l'idea, mentre se volete vedere al meglio alcuni di queste opere vi consiglio il sito della Deflorian. E se avete la possibilità di recarvi a Terni potete visitare anche l'altra mostra legata al fumetto ospitata dal Caos, dedicata alla rivista Frigidaire.













mercoledì 27 novembre 2013

Bülb Comix 2[w] collection


Si è conclusa a ottobre la storia della Bülb Comix, casa editrice di Ginevra nata nel 1996 per mano di Nicolas Robel e da lui diretta insieme a Mathieu Christe e Heidi Roethlin. In questi 17 anni i tre hanno dato vita a un gran numero di progetti, tra cui spiccano libri di autori svizzeri come lo stesso Robel, Christophe Lambert, Alex Baladi, Andréas Kündig e traduzioni di fumettisti stranieri quali John Porcellino, Ron Regé Jr., Tom Gauld, Nicolas Mahler. L'ultimo della serie è stato il volume Z della lunghissima collezione 2[w], iniziata nel 1997 e che ha proseguito la marcia fino ad arrivare a ventisei uscite. Si tratta di piccolissimi box, ognuno contraddistinto da una lettera dell'alfabeto e contenente cinque mini-comics apribili a fisarmonica dalle dimensioni di 3,5 x 4,5 cm, costituiti da 11 "ante" stampate su entrambi i lati per un totale di 22 pagine (unica eccezione è la prima uscita, che è senza scatola e comprende undici albetti invece dei canonici cinque). Nel corso degli anni la serie ha ospitato tantissimi autori da tutto il mondo, tra cui ricordiamo Chris Ware, Frederik Peeters, Pentti Otsamo, Rutu Modan, Marc Bell, Arne Bellstorf, Jordan Crane, Max, Stéphane Blanquet, Archer Prewitt, Yan Cong, Chihoi, Steven Weissman.

Comics, A History di Chris Ware

Di recente mi sono procurato tre box della collezione 2[w], cioè V (con Jad Fair, Gregory Chapuisat, Jim Drain, Kitty Crowther e Ivan Brunetti), Y (Charles Burns, It's Raining Elephants, Xavier Robel, Aisha Franz, Mat Brinkman) e Z (Jockum Nordström, Yūichi Yokoyama, Elvis Studio, Blexbolex, Nicholay Baker). Nel primo dei tre ho apprezzato in particolare il lavoro di Jad Fair. Conosciuto ai più come musicista e in particolare per essere stato il fondatore degli Half Japanese e aver collaborato con Daniel Johnston e Yo La Tengo, Fair realizza Love and Monster, un mini-comic muto in grigio e rosso con una galleria di illustrazioni che uniscono simmetricamente raffigurazioni di mostri con altre a tema amoroso. Ancora più riuscita, sempre nel box V, la prova di Ivan Brunetti, che sfrutta come meglio non si potrebbe le regole del progetto 2[w] raccontando la storia della strana relazione tra i quadri dipinti da un artista astratto e i vestiti delle sue conquiste sessuali. D'altra parte non potevano esserci dubbi in proposito, perché l'autore dello spassoso e spietato Schizo è un maestro nei comics dallo stile cartoon e si era già cimentato in passato con il piccolissimo formato. 

Il mini-comic di Ivan Brunetti

Il box Y si apre con Charles Burns, che pubblica "frammenti casuali" di un suo diario (reale? inventato?) del periodo 1977-1979 ispirandosi al cut-up di William Burroughs. Le pagine scritte iniziano proprio con Burns che legge sotto un albero La morbida macchina e si alternano a disegni e immagini che raffigurano di volta in volta una giovane donna, il Jimbo di Gary Panter, lo stesso Burroughs, una vignetta di un fumetto sentimentale, una riproduzione di un'immagine pornografica e infine quello che è probabilmente un autoritratto dell'autore da giovane. Imperdibile, e chissà che non suggerisca a Burns la strada di romanziere, perché la scansione dei tempi narrativi e alcuni passaggi sono davvero azzeccati. Citiamo brevemente, ancora dal box Y, la storia di una famiglia spaziale raccontata da Aisha Franz e una spettacolare battaglia tra scheletri rappresentata con la solita abilità da Mat Brinkman. 

Cut Up, Random Fragments 1977-1979 di Charles Burns

Infine arriviamo all'ultima uscita, quella dell'addio alle pubblicazioni, per l'occasione tutta a colori. Apre lo svedese Jockum Nordström con i suoi suggestivi acquarelli bucolici, seguiti dal bel quadro pop-art di Yūichi Yokoyama. Graficamente affascinante il lavoro degli svizzeri di Elvis Studio: le loro illustrazioni virate in giallo sono abitate da forme geometriche, fantarcheologia alla Peter Kolosimo e pura suggestione onirica. Peccato non  poterle ammirare in grandi dimensioni per apprezzarne meglio i dettagli. Il francese Blexbolex sperimenta con fotografie che stimolano associazioni mentali stravaganti oscillando tra il suggestivo, il desolato e l'inquietante, mentre il commiato spetta a Nicholay Baker con due serie di disegni astratti che si animano se fatti ruotare su un giradischi.

Kunsttempel di Elvis Studio

Nonostante la decisione, purtroppo, di cessare le pubblicazioni, il sito di Bülb Comix è ancora attivissimo e continua a promuovere il catalogo esistente. Dateci un'occhiata, in attesa magari che dalla Svizzera arrivino notizie su un nuovo progetto editoriale.

giovedì 21 novembre 2013

Comics People: Pat Aulisio



Inauguriamo con Pat Aulisio una nuova rubrica, Comics People, che parlerà di volta in volta di un cartoonist, senza necessariamente prenderne in esame un'opera in particolare e senza la pretesa di farne un profilo ragionato ed esaustivo.
Inutili puntualizzazioni a parte, Pat è un cartoonist di Philadelphia che con il suo marchio Yeah Dude Comics fa uscire una serie infinita di albi suoi e di altri artisti, realizza video a fumetti in cui suona la batteria, partecipa a tantissime convention, organizza barbecue con vendita di albi autoprodotti e così via. Insomma, Pat è una vera forza della natura e i suoi progetti, spesso strampalati, comprendono svariate parodie di supereroi Marvel e Dc, un demenziale e divertentissimo Diabolik schiavo di Eva Kant, una rilettura di 2001: Odissea nello Spazio, un mini-comic di 8 pagine con copertina trasparente e carta interna quadrettata che riproduce lo schema di un modulatore di distorsione temporale e tanto altro. Il tutto però con il suo marchio ben impresso sopra, nel senso che basta aprire una qualsiasi delle sue pubblicazioni per capire che è di Pat Aulisio. 


Time Distortion Modulator Schematics Manual

Una delle sue ultime uscite, pubblicata in collaborazione con la casa editrice Hic and Hoc, è Xeno Kaiju, un fumetto di 16 pagine formato tabloid in bianco, nero e rosso che racconta senza parole la storia di un gemello di Godzilla che distrugge un'intera città. A me tra i tanti progetti quello che è piaciuto di più è l'antologia F'real Real, edita dalla Drippy Bone Books nell'aprile del 2012, perché ci fa vedere un Aulisio più accurato nel disegno ma senza tradire se stesso. L'albetto di 40 pagine è pieno di gag riuscitissime con il solito repertorio di squartamenti, sesso, droghe ed escrementi, ma accanto a parodie di Garfield e Bart Simpson troviamo anche belle tavole con un disegno a china dettagliato e un paio di notevoli splash-page.

Due pagine interne di F'real Real

Per concludere ricordiamo alcune tra le ultime uscite della Yeah Dude Comics, cioè il recentissimo Thinking About the Afterwards di Josh Burggraf, presentato al Comic Arts Brooklyn, 3 Fates di Emma Louthan e due porno-albi, Alluring Pictorials for Lovers di Raul Cuntcrust e Seva Torntaint e Naked Sex: The Ultimate Truth del solo Cuntcrust, che ampliano ulteriormente il ventaglio di interessi di Pat. Se volete scoprire cosa vuol dire fare fumetto underground oggi, senza nessun compromesso e fregandosene delle reazioni del pubblico, dovete conoscere il mondo di Pat Aulisio.


La copertina di Xeno Kaiju

lunedì 18 novembre 2013

The Comic Arts Brooklyn Experience - part 2


Seconda parte dello speciale Comic Arts Brooklyn 2013 sulla mia pagina in inglese. Questa volta a raccontarci il loro festival sono Chris Pitzer della Adhouse Books, la cartoonist Leslie Stein, Dave Nuss della Revival House Press, Ed Kanerva della Koyama Press e Mack Pauly della Space Face Books. Buona lettura!

venerdì 15 novembre 2013

The Comic Arts Brooklyn Experience - part 1


Sulla mia pagina in inglese trovate la prima parte di un reportage del festival Comic Arts Brooklyn che si è tenuto lo scorso 9 novembre a New York, scritta da chi era lì. Cominciamo con Gabe Fowler, organizzatore della mostra e proprietario del negozio di fumetti Desert Island, Pat Aulisio della Yeah Dude Comics, Box Brown della Retrofit Comics, l'artista Heather Benjamin e Matt Moses della Hic & Hoc Publications. Enjoy!

sabato 9 novembre 2013

Fantagraphics e Mould Map 3 su Kickstarter



E' di questi giorni la notizia che anche la Fantagraphics Books, la storica casa editrice di Seattle fondata da Gary Groth e dal compianto Kim Thompson, ha lanciato una raccolta fondi su Kickstarter per riuscire a pubblicare i 39 nuovi libri progettati per il 2014. Ormai il crowdfunding è diventata una risorsa necessaria per l'editoria indipendente e questo è un fatto che da una parte può preoccupare ma dall'altra dà anche l'opportunità di dar vita a progetti ambiziosi da finanziare con la collaborazione di lettori e fan, spesso ben premiati per il loro contributo. A questo proposito vi segnalo le tante  "offerte" legate alla campagna della Fantagraphics, che vanno dai volumi autografati dagli autori a cene a casa di Gary Groth e addirittura, per la cifra di 1000 dollari, a un giro di cinque minuti nel magazzino di Seattle con la possibilità di portarsi a casa tutti i volumi che si riescono a trasportare, nemmeno fossimo in qualche varietà italiano degli anni '80. Aiutate la Fantagraphics se potete.
Se questa notizia ha già fatto il giro della rete, un'altra meno conosciuta è quella relativa alla terza uscita dell'antologia Mould Map, edita dalla Landfill Editions, casa editrice con base tra Londra e Stoccolma. Il terzo numero di Mould Map verrà infatti pubblicato soltanto se si troveranno i fondi necessari sull'apposita pagina Kickstarter. Per contribuire c'è tempo fino al primo di dicembre e dall'Italia bastano 30 sterline per farsi mandare a casa il volume e trovare anche il proprio nome citato tra i ringraziamenti. Un'occasione che vi consiglio di non lasciarvi sfuggire, dato che si tratta di un libro di 224 pagine a colori in formato A4 con inserti in A5, che ospita artisti come Sammy Harkham, Jonny Negron, Leon Sadler, Lala Albert, Olivier Schrauwen, CF, Aidan Koch, Sam Alden, Julien Ceccaldi e tanti altri.




giovedì 7 novembre 2013

Monster



AA.VV., Hidden Fortress Press, Providence (Rhode Island, USA), settembre 2013, tre albi spillati per 196 pagg. totali, $ 30.

Alla fine degli anni Novanta Providence, conosciuta ai più per essere la città natale di Howard Phillips Lovecraft, divenne il centro di un vivace movimento noto come "scena di Fort Thunder", dal nome di un ex magazzino occupato divenuto punto di ritrovo dei giovani creativi del posto. Quell'esperienza, che attirò musicisti e artisti da ogni parte degli Stati Uniti, fu significativa soprattutto nell'ambito del fumetto, dato che molti dei suoi protagonisti provenivano dalla Rhode Island School of Design. Fort Thunder rivoluzionò i comics alternativi dell'epoca e non solo, reintroducendo elementi sporchi e underground che si erano diradati nel corso degli anni, uniti alla passione per il fantasy/horror e a un bel po' di nonsense.
Uno dei protagonisti di quella scena, Paul Lyons, finita l'esperienza di Fort Thunder e dell'antologia Paper Rodeo si dedicò a una nuova pubblicazione, Monster, che di tanto in tanto torna nelle fiere e nei negozi statunitensi in limitatissime edizioni. L'ultima uscita, dopo quella del 2010, risale al settembre scorso e consiste nel progetto finora più ambizioso di Lyons e dell'altra mente dietro la Hidden Fortress Press, Roby Newton: si tratta di un'elegante serigrafia di Heather Benjamin allestita a mo' di cofanetto, limitato a sole 400 copie e contenente tre albi spillati con copertine in rilievo e interni in marrone e blu, per un totale di 196 pagine di fumetti che hanno come tema di fondo l'orrore nelle sue diverse forme.




Se le antologie rischiano di essere croce e delizia del lettore, nel senso che accostano di frequente qualche contenuto eccellente a tanti altri poco significativi, per Monster questo discorso non vale, perché il livello qualitativo è decisamente elevato. Il primo volumetto è da incorniciare (ma prima magari leggetelo): inaugurato dal sanguinolento Intimidation Rite di Thomas Toye, dà spazio a un'iperrealistica rappresentazione del sadismo da parte di Edie Fake e cala quindi il piatto forte di Monsters or Teenage Girls Circa 1989. Brittany Hague rilegge il bullismo femminile dei college americani trasformandolo in un horror sociale, in cui le immagini pian piano scompaiono per lasciare spazio a un testo angosciante reso a caratteri cubitali, capace di ricordare le atmosfere di Bret Easton Ellis o del Brian Yuzna di Society. Si prosegue con le meraviglie grafiche di Jon Vermilyea, autore di due splendide immagini a doppia pagina di una casa in fiamme che sfruttano al meglio la colorazione del volume, e con i quadretti surrealisti di Leif Goldberg, utili a spezzare la tensione prima del gran finale offertoci da Mike Taylor: Twelve Visits è un racconto ottocentesco dai tratti paranoidi vicino proprio ai primi lavori del "padrone di casa" H.P. Lovecraft.
Sia chiaro che non tutta l'antologia è a questo livello, ma anche nei due volumetti restanti di cose notevoli ce ne sono davvero tante. Citiamo innanzitutto, all'inizio del secondo albo, Mirror di Sam Dollenmayer, un horror adolescenziale applicato alla potenzialità del medium fumetto, tra l'altro valorizzato da disegni deliziosi. Buono come al solito il lavoro dell'immancabile Michael DeForge, per una volta fuori dal podio dei contributi migliori ma comunque efficacissimo nella sua semplicità, e di Molly O'Connell, con tre pagine dai tratti impressionisti su violenza sessuale e feticismo. Forse il secondo albo è quello più debole ma comunque non ci si può lamentare.
Nel terzo volume la qualità risale e si poteva immaginarlo soltanto leggendo i nomi coinvolti. Jordan Crane con il suo tratto elegante e definito ci regala un lavoro ben strutturato ma dai contorni onirici. A livello grafico spicca Cosmic Poseidon di Brian Ralph, in cui un Poseidone in versione robot manga esce dalle acque per distruggere New York lanciando tridenti e squali: da vedere. Non da meno dal punto di vista estetico sono i lavori del padrone di casa Paul Lyons, che scatena la sua vena satanica, e dell'ottimo Mat Brinkman, che riprende il tema non originalissimo della maledizione ma lo fa con stile (come potete vedere dalla tavola in basso). Belli anche i lavori di Roby Newton, sei pagine dipinte sugli orrori della guerra, e di Kevin Hooyman: la sua storiella nonsense su due strani tipi che devono far esplodere una bomba è la degna chiusura del cerchio.


Unico neo dell'antologia è la stampa, che in alcuni casi è un po' sfocata e non amalgama bene i due colori tra loro, dando un effetto simile a un 3D visto senza occhialetti. Per fortuna soltanto poche pagine sono affette da questo problema, ma per esempio la divertente storia di Keith Jones su un gruppo di balordi che vanno in giro in macchina e si ubriacano, pubblicata sul secondo albo, ne risente in maniera importante, tanto che i testi di un paio di vignette sono difficilmente decifrabili. Non sarà comunque questo dettaglio a impedirmi di definire Monster un mix riuscitissimo di arte visiva, storytelling, puro intrattenimento, riflessione sociale e creatività. In poche parole, una delle migliori antologie a fumetti che mi sia capitato di leggere.

lunedì 28 ottobre 2013

Roghi

di Anna Deflorian, Canicola, Bologna (Italia), ottobre 2013, spillato, 28 pagg. a colori in italiano con traduzione in inglese, 30x42 (A3), euro 17.


"Chi ti ha messo del detersivo nella lattina? Chi ha messo l'esplosivo sul ghiaccio del lago dove si va a pattinare? Chi ha manomesso i cavi della funivia? Chi mi ha mandato dei fiori senza biglietto?". La risposta a queste domande è il Selvaggio, l'uomo-bestia che da anni terrorizza un non meglio precisato paese di montagna. Tra rocce dai colori irreali e tenebrose foreste le cugine Alia, Sharon e Klara se la devono vedere con questa misteriosa entità e con i Cinque, i loro antagonisti.
Roghi inizia come un giallo e, nonostante il tono ironico e surreale, leggendo le prime pagine ci si aspetta di scoprire cosa o chi è il Selvaggio. Ma la Deflorian non è interessata a sviluppare linearmente il racconto e preferisce creare un'atmosfera torbida in cui affiorano un passato familiare complicato, somiglianze misteriose, tradimenti, segreti indicibili, desideri nascosti, rabbia adolescenziale. I roghi del titolo sono il fuoco che brucia nelle tre ragazze, condannate a una vita di provincia raffigurata con autenticità. La loro inquietudine è tradotta graficamente con la costante presenza di un rosso vivo, che stacca sugli altri colori fino a dominare l'incendio onirico del finale. Le fiamme bruciano oggetti, case e chiese, si sostituiscono alla neve e fanno tabula rasa di tutto quello che c'è stato fino a quel momento, chiudendo una fase della crescita delle protagoniste.



A leggere la biografia della Deflorian, nata a Trento ma trasferitasi successivamente ad Amburgo, Helsinki e Bologna, sembra facile il riferimento autobiografico. Tuttavia l'interpretazione non è scontata, perché la storia si chiude con un finale enigmatico, forse sin troppo brusco, confermando comunque il gusto per una narrazione senza fronzoli che già si poteva notare nelle prove per l'antologia CanicolaE' però riduttivo analizzare Roghi solamente per le soluzioni narrative. Le tavole in formato A3 della collana Sudaca, in cui la casa editrice bolognese ha appena pubblicato anche Cani Selvaggi di Amanda Vähämäki, esaltano i disegni della Deflorian, realizzati con una tecnica mista di china, pittura a olio e colorazione digitale e che in alcuni casi non sfigurerebbero in qualsiasi galleria d'arte come illustrazioni autonome. 
Degna di nota è l'atmosfera anni '80 che permea il volume sin dalla copertina, cosa abbastanza singolare se si tiene conto che l'autrice è nata soltanto nel 1985. Eppure le inevitabili reminiscenze di Twin Peaks, la citazione dell'inedito dei Joy Division Pictures in My Mind, i colori tenui, l'abbigliamento vintage (fantastica la maglia con i cigni indossata da Alia a pagina 9), rimandano proprio all'immaginario di quegli anni e ci fanno apprezzare Roghi come l'opera di un'artista originale e fuori dal tempo.



sabato 19 ottobre 2013

Seth a New York


Ha il titolo della sua graphic novel più famosa, It's a Good Life, If You Don't Weaken, la mostra di originali di Seth in programma dal 10 settembre al 26 ottobre a New York alla Adam Baumgold Gallery, spazio che negli ultimi anni si è già guadagnato le attenzioni degli appassionati di comics organizzando mostre di Chris Ware, Charles Burns, Renée French, Marc Bell e dello stesso Seth. Qualche settimana fa ho avuto la fortuna di visitare la mostra, di cui avevamo già parlato qui, scambiando due chiacchiere con il gentilissimo Adam Baumgold. Colgo l'occasione per pubblicare qualche foto scattata durante la visita, in cui potete intravedere i disegni originali di It's a Good Life, if You Don't Weaken, illustrazioni tratte dalle pagine interne delle diverse edizioni del volume, cover di Palookaville (la serie a fumetti in cui è stata serializzata la storia), alcuni originali di tavole e copertine pubblicate sulla rivista Drawn & Quarterly e altro ancora. Se volete approfondire, sul sito della galleria trovate il dettaglio delle circa ottanta opere in mostra.










lunedì 7 ottobre 2013

Optic Nerve #13, We Will Remain, Alamo Value Plus #1



Cerco di mettere ordine tra un po' di fumetti letti di recente scegliendone tre per una recensione collettiva. Partiamo dunque dal nuovo numero di Optic Nerve di Adrian Tomine, uscito a luglio per Drawn & Quarterly. Mi era piaciuta un paio di anni fa la decisione di Tomine di riprendere a pubblicare la serie nel classico formato dell'albo a fumetti, mentre tutti i suoi colleghi affermati si dedicavano a graphic novel compiute o avevano trasformato i loro comic book in libri a tutti gli effetti (come Chris Ware e Seth rispettivamente con Acme Novelty Library e Palookaville). Il numero 12 di Optic Nerve aveva portato nel settembre del 2011 una ventata di freschezza, soprattutto con la prima storia, A Brief History of the Art Form Known as "Hortisculpture", in cui Tomine faceva qualcosa di nuovo rispetto al passato per forma, tono e contenuto. Purtroppo questo nuovo numero è un passo indietro rispetto all'ultima prova, dato che, sempre a mio modestissimo parere, la storia portante Go Owls non è perfettamente riuscita. Go Owls unisce le tematiche care all'autore, ricordando soprattutto i numeri dal 5 all'11 di Optic Nerve (raccolti nei volumi Summer Blonde e Shortcomings), al tono ironico di Hortisculpture, creando però un mix che non appassiona e che dopo un'attesa di due anni lascia l'amaro in bocca. Anche la storia di una tavola che funge da copertina non risulta divertente come si vorrebbe. Meglio piuttosto rifugiarsi nelle otto bellissime pagine a colori di Translated, from the Japanese, che raccontano in forma epistolare un viaggio di una madre e del suo bambino dal Giappone agli Stati Uniti, sullo sfondo di una crisi familiare. Profondo, malinconico, introspettivo, il racconto non ci mostra mai i personaggi ma soltanto gli scenari in cui si muovono: qualcuno potrò anche considerarlo un esercizio di stile, ma per me è puro Tomine dei primi tempi con il tratto e i colori eleganti di oggi.


Da Brooklyn, dove ormai Tomine vive da qualche anno, ci spostiamo a Providence per incontrare Andrew White, promettente ventiduenne che ha pubblicato per la Retrofit Comics di Box Brown We Will Remain, albo di 48 pagine che raccoglie storie brevi legate sottilmente tra loro. We Will Remain è un'opera in parte immatura, ma pur nell'altalena di stili e tecniche e con un tratto ancora indeciso nel descrivere la figura umana, White ci dimostra di avere ottime idee e di poter essere considerato una promessa. Quel che mi piace di lui è la capacità di guardare oltre il realismo delle storie. Così dona un tono misterioso e magico a As Leaves Change Color, sfiora il metafisico nella storia che dà il titolo alla raccolta e addirittura sfoggia un tratto alla Kirby nell'interessante esperimento fantascientifico di Travel. Se riuscirà a creare il giusto mix tra intimismo e temi "altri", potrà fare grandi cose.


Tutt'altro tono per il primo numero di Alamo Value Plus, nuova serie edita dall'ottima Revival House Press e realizzata da Rusty Jordan, che per lo stesso marchio aveva già fatto uscire Buger Warz (con Levon Jihanian). Il tratto caricaturale e rotondo di Jordan è già perfettamente maturo e viene messo al servizio di una storia debitrice alla tradizione del fumetto underground quanto a Peter Bagge. Le prime battute ci mostrano un lungo dialogo tra il protagonista Baldo e i colleghi del grande magazzino in cui lavora. Ma basta aspettare pagina 8 per vedere partire un delirante flashback che occupa tutto il resto dell'albo, in cui Baldo racconta con tono esageratamente epico e assolutamente poco realistico la persecuzione subita dai nazisti durante l'infanzia, la prigionia e la fuga. Il finale riporta all'attualità e lascia presagire la resa dei conti tra il protagonista e la sua nemesi, il comandante Max Schidthed, ancora vivo e desideroso di vendetta. Alamo Value Plus si lascia leggere con piacere e promette bizzarri sviluppi.