a cura di Sara Pavan, Agenzia X, Milano, marzo 2014, brossurato, 288 pagine, illustrato in b/n, 16 euro.
"Dieci anni di fumetti autoprodotti in Italia" è il sottotitolo di questo libro uscito a marzo per Agenzia X e curato da Sara Pavan, classe 1981, già nota non solo come fumettista ma anche come membro del collettivo Ernestvirgola e curatrice dell'area autoproduzioni del Treviso Comic Book Festival. Con una prefazione di Davide Toffolo e una postfazione di Daniele Brolli, il volume raccoglie dodici interviste ad altrettanti autori che hanno recentemente caratterizzato il cosiddetto fumetto alternativo della nostra penisola. I racconti, le idee, le esperienze di vita si intrecciano tra loro creando una sorta di storia orale, un ipertesto in cui il lettore può scegliere ciò che più gli interessa, ricordando letture già fatte in passato e prendendo spunto per nuove scoperte. Ogni intervista ha un qualcosa che la rende significativa, grazie anche allo stile fluente adottato dalla Pavan, in grado di rendere la lettura sempre avvincente e piacevole. Così Andrea Bruno constata l'eccessiva attenzione agli aspetti esteriori e promozionali del fumetto indie nostrano a scapito del lavoro sul segno e sulla narrazione, Alessandro Baronciani cita tra le sue fonti di ispirazione l'ormai storica fanzine Abbestia di Andrea Pomini, Giulia Sagramola ci riporta all'alba dei web-comic in Italia con il suo Milk and Mint, Francesco Cattani riflette sull'effettiva utilità degli editori, Tuono Pettinato offre una bella panoramica della scena bolognese, Roberto La Forgia racconta la sua adolescenza nella provincia barese delineando i contorni di una formazione fumettistica che coinvolge imprescindibilmente il fratello Pasquale e Alessandro Tota. Anche l'autore di Yeti e Fratelli è uno degli artisti qui intervistati e la sua storia è una di quelle più interessanti, dato che racconta la partenza da Bari alla volta di Bologna, l'esperienza dell'Accademia di Belle Arti, dove viene coinvolto nel collettivo di Canicola (citato in lungo e in largo per tutto il libro), e infine la scelta di Parigi e l'incontro (casuale) con Robert Crumb.
Altre storie sono quelle di Zerocalcare, con la sua ormai particolarissima dimensione divisa tra il mondo dei centri sociali e il successo di massa, MP5 che ribadisce l'importanza dell'autoproduzione come scelta di vita, Amanda Vähämäki che allarga gli orizzonti offrendoci un quadro non solo della sua vita di madre e artista ma anche della vivace scena finlandese, Romina Pelagatti che ci aggiorna sulla colonia di fumettisti italiani a Parigi e sul suo progetto Papier Gaché e per finire il collettivo Strane Dizioni che illustra le meraviglie della serigrafia.
Ogni sezione è accompagnate da alcune tavole, che hanno la funzione principale di dare un'idea dello stile degli autori a chi ancora non li conosce. Interessanti anche le appendici, con una riflessione sulla censura a opera della stessa Pavan, un articolo di Emanuele Rosso sul fumetto autoprodotto nell'era pre-internet e un'intervista al lettore Alberto Choukhadarian, che ringrazio per avermi mandato una copia del libro.
Magari un po' di contestualizzazione in più non avrebbe guastato, soprattutto nel disegnare un quadro generale della scena italiana e nella presentazione dei singoli autori, di cui è sì disponibile una bibliografia essenziale ma che sarebbe stato meglio introdurre con una piccola scheda biografica e artistica. Anche l'appendice Self Publishing curata da Michele Ginevra si riduce a una semplice lista di collettivi e testate, senza nemmeno una scheda o dei link ai rispettivi siti web. Nonostante questi piccoli dettagli, Il potere sovversivo della carta rimane una lettura piacevolissima e una miniera di informazioni. In questi giorni l'autrice sta girando l'Italia per presentarlo e se volete essere aggiornati su un eventuale passaggio dalle vostre parti potete dare un'occhiata al blog o alla pagina Facebook dedicati al libro.
Magari un po' di contestualizzazione in più non avrebbe guastato, soprattutto nel disegnare un quadro generale della scena italiana e nella presentazione dei singoli autori, di cui è sì disponibile una bibliografia essenziale ma che sarebbe stato meglio introdurre con una piccola scheda biografica e artistica. Anche l'appendice Self Publishing curata da Michele Ginevra si riduce a una semplice lista di collettivi e testate, senza nemmeno una scheda o dei link ai rispettivi siti web. Nonostante questi piccoli dettagli, Il potere sovversivo della carta rimane una lettura piacevolissima e una miniera di informazioni. In questi giorni l'autrice sta girando l'Italia per presentarlo e se volete essere aggiornati su un eventuale passaggio dalle vostre parti potete dare un'occhiata al blog o alla pagina Facebook dedicati al libro.
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