domenica 25 maggio 2014

Under Dark Weird Fantasy Grounds #1




AA.VV., Hollow Press, Italia, marzo 2014, 96 pagine, bianco e nero, brossurato, 29,5 x 21 cm, 18 euro.

Arriva dall'Italia ma potrebbe arrivare da qualsiasi parte del mondo. O forse Under Dark Weird Fantasy Grounds, la nuova antologia semestrale in lingua inglese curata da Michele Nitri e pubblicata in 700 copie dalla sua Hollow Press, proviene da qualche posto sconosciuto e minaccioso, come il centro della terra o l'inferno, che sembrano essere le principali ambientazioni dei fumetti di Mat Brinkman, Miguel Angel Martin, Tetsunori Tawaraya, Ratigher e Paolo Massagli.
L'eccellente prologo a questo tenebroso viaggio è realizzato da Mat Brinkman. Il membro fondatore di Fort Thunder, autore di Multiforce e Teratoid Heights, da queste parti è una sorta di guest star, dato che al momento non è certo un cartoonist prolifico. Di recente lo abbiamo visto collaborare al Monster della Hidden Fortress Press di Paul Lyons (qui la mia recensione) e lo ammireremo a breve sul quinto numero di Weird. Cretin Keep on Creepin' Creek racconta le avventure di un braccio animato e dalle fattezze mostruose, che, dopo essere uscito dal barattolo in cui era imprigionato, viene torturato dalle strane creature che popolano un oscuro scantinato. I testi sono del tutto assenti, mentre come sempre i disegni sono viscerali, apparentemente crudi ma in realtà complessi e raffinati. C'è anche una struttura più definita rispetto ad altri fumetti di Brinkman e un dinamismo che non è mai stato così efficace: questa volta è l'autore a guidare l'occhio del lettore, che non è più libero di muoversi in diversi punti della pagina come accadeva in Multiforce. L'arte di Brinkman cresce di anno in anno e raggiunge vertici inarrivabili quando le piccole vignette fanno strada a panoramiche più ampie. Come per tutti gli altri fumetti in UDWFG questa è una prima parte, con un seguito previsto nel secondo numero. Sono solo sei tavole, ma fatte benissimo.




Anche Miguel Angel Martin e Ratigher scelgono un'ambientazione claustrofobica. Si tratta di due storie tra loro simili, in cui i personaggi si muovono in uno scenario che potrebbe essere un dungeon di un qualsiasi gioco di ruolo. Ma The Emanation Machine e Five Mantles sono tutto tranne che classiche storie fantasy. Nella prima l'arte e lo storytelling di Martin sono ai massimi livelli. Una strana creatura muore lasciando ai due protagonisti un oggetto misterioso. E' la chiave per l'emanation machine, una "fantasia subumana". In realtà il tema principale della storia, come spesso accade nei fumetti del cartoonist spagnolo, è il sesso, declinato nelle sue accezioni più malate. Ogni azione o evento a cui assistiamo è una metafora di una pratica o di una perversione sessuale, dando vita con un procedimento di accumulo a una sensazione di claustrofobia condivisa anche dal fumetto di Ratigher, ambientato in una serie di tunnel. 




In Five Mantles i protagonisti cercano una via di uscita dall'oscurità. Non sanno perché si trovano nel sottosuolo, dato che sono privi di memoria. Hanno però dalla loro dei mantelli magici che possono aiutarli a combattere le difficoltà che si trovano di fronte. Il finale a sorpresa sviluppa la storia in una direzione ben precisa e ci lascia la curiosità di leggere il seguito.
L'opera di Ratigher è tra le cinque qui presenti quella più ricca di testo e più strutturata dal punto di vista narrativo. Il suo stile è influenzato dai manga, mentre quello dell'unico autore giapponese della raccolta, Tetsunori Tawaraya, guarda meno ai fumetti e più alla tradizione dei monster movies. The High Bridge è una storia muta che ritrae con notevole potenza visiva gli scontri tra creature mostruose in uno scenario marino. Nella maggior parte delle vignette gli sfondi sono del tutto assenti a favore delle figure, su cui Tawaraya si concentra con stupefacente abilità.




La caratteristica a mio parere più importante di UDWFG è che tutti i fumetti condividono la stessa sensibilità ma che al tempo stesso ogni autore ha il suo personalissimo stile. E ciò è confermato da Paolo Massagli, che realizza il lavoro più strutturalmente libero dell'antologia. Hell è un'esplorazione delle terre infernali, delineate più in chiave fantasy che horror. Le pagine sono dominate dalla bianca pelle della protagonista, una giovane donna morta in circostanze misteriose e la cui anima va in cerca di un cuore, forse per fuggire dall'inferno o magari per tornare a vivere. Come nel caso di Tawaraya gli sfondi sono trascurati a favore dei corpi, ma qui al centro dell'attenzione non ci sono ali, corna e tentacoli ma seni, labbra, occhi e lunghe ciglia, regalandoci quel tocco di sensualità che mancava finora.
E' raro dopo aver letto un'antologia rimanere con una sensazione ben definita. Tutte le storie di UDWFG, invece, lasciano un senso di paura, mistero e meraviglia. E ovviamente il desiderio di leggere il secondo numero, in uscita a fine settembre.

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