Comics Workbook è il sito di Frank Santoro, che oltre a ospitare fumetti creati appositamente da artisti come Simon Hanselmann, Oliver East e Aidan Koch, serve anche come vetrina per gli studenti del corso di fumetto per corrispondenza organizzato dallo stesso autore di Cold Heat, Storeyville e Pompeii. Dall'anno scorso ha esordito un'estensione cartacea del sito, Comics Workbook Magazine, supervisionata dallo stesso Santoro e coordinata da Andrew White (qui la recensione del suo We Will Remain), con l'aiuto di Zach Mason come assistente editoriale. I tre numeri finora pubblicati, con cadenza più o meno bimestrale e reperibili sul sito del negozio di Pittsburgh Copacetic Comics, presentano nelle 16 pagine di ciascuna uscita fumetti brevi, interviste, saggi e, nel'ultimo numero, la trascrizione dell'incontro tra Dash Shaw, autore di Bottomless Belly Button e New School, e lo stesso Santoro in occasione della Small Press Expo del settembre scorso.
Tra i fumetti spiccano quelli di Oliver East e Derik Badman, che evidenziano l'influenza della teoria della "griglia", caposaldo degli insegnamenti di Santoro: il primo suddivide la tavola in otto vignette senza disegnarne i contorni, il secondo la divide invece in dodici parti contrapponendo le foto utilizzate nella prima pagina alle riproduzioni disegnate della seconda. Il magazine dà anche la possibilità di ammirare il lavoro di due autori da tenere assolutamente d'occhio, ossia Sasha Steinberg, artista eclettico e originale, curatore dell'antologia Queerotica e ideatore del progetto po(p)litico Stonewall, e Jen Rickert, qui presente con suggestivi haiku in quattro vignette, espressione di una tendenza minore ma interessantissima dell'attuale panorama indie, in cui i disegni sono semplici e anche crudi, a tratti naif, mentre i testi utilizzano il linguaggio della lettera, del diario, della biografia e della poesia.
Tra i fumetti spiccano quelli di Oliver East e Derik Badman, che evidenziano l'influenza della teoria della "griglia", caposaldo degli insegnamenti di Santoro: il primo suddivide la tavola in otto vignette senza disegnarne i contorni, il secondo la divide invece in dodici parti contrapponendo le foto utilizzate nella prima pagina alle riproduzioni disegnate della seconda. Il magazine dà anche la possibilità di ammirare il lavoro di due autori da tenere assolutamente d'occhio, ossia Sasha Steinberg, artista eclettico e originale, curatore dell'antologia Queerotica e ideatore del progetto po(p)litico Stonewall, e Jen Rickert, qui presente con suggestivi haiku in quattro vignette, espressione di una tendenza minore ma interessantissima dell'attuale panorama indie, in cui i disegni sono semplici e anche crudi, a tratti naif, mentre i testi utilizzano il linguaggio della lettera, del diario, della biografia e della poesia.
I protagonisti delle interviste sono invece Sam Alden, Lala Albert, Annie Mok e il vincitore del Comics Workbook Composition Competition 2013 Dave Ortega. Tra i saggi segnalo due divertenti riflessioni di Dorothy Berry su Nancy di Ernie Bushmiller, mentre i contributi di Whit Taylor e Warren Craghead, intitolati rispettivamente 10 Things I've Learned from Becoming a Cartoonist e Arts Funding for Comics, saranno senz'altro utili agli artisti all'ascolto, insieme all'interessantissima intervista a Ed Luce, che ci spiega nel dettaglio come dà materialmente forma alla sua serie Wuvable Oaf, recentemente acquisita da Fantagraphics. Comics Workbook Magazine è al momento insieme a Studygroup la rivista più interessante dell'attuale panorama indie statunitense. E chissà che un giorno, aumentando la foliazione, non possa diventare un nuovo Comics Journal...
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