mercoledì 7 maggio 2014

Truth Is Fragmentary




di Gabrielle Bell, Uncivilized Books, Minneapolis (USA), maggio 2014, 176 pagine b/n e colore, brossurato, 6 x 9 pollici, $ 19.99.

Una decina di anni fa Gabrielle Bell pubblicava i suoi fumetti nelle migliori antologie dell'epoca. Quando nel 2004 uscì il quinto numero di Kramers Ergot, la sua Cecil and Jordan in New York, poi adattata per il grande schermo da Michel Gondry nel film collettivo Tokyo!, era una delle punte di diamante del fondamentale volume curato da Sammy Harkham. L'anno successivo la Fantagraphics lanciò Mome e in copertina c'era proprio un'illustrazione della Bell, tratta da I Feel Nothing, racconto che inaugurava un'antologia che ha ospitato i migliori cartoonist statunitensi. Nel 2006 non poteva mancare poi il suo contributo a un'altra seminale pubblicazione del periodo, Drawn & Quarterly ShowcaseLa storia, apparsa nel quarto numero, fu poi ristampata insieme alle altre appena citate nel volume Cecil & Jordan in New York, a mio paere l'apice della produzione dell'autrice insieme allo scintillante The Voyeurs, uscito nel 2012 e che ha inaugurato il rapporto con la Uncivilized Books di Tom Kaczynski. E sempre per la Uncivilized sta per uscire il nuovo Truth Is Fragmentary, che sarà presentato in anteprima il 10 e l'11 maggio al Toronto Comic Arts Festival.



Se i racconti di Cecil and Jordan sono meno definiti e lasciano intuire l'origine personale senza però proporsi come preciso resoconto della vita quotidiana, quelle di The Voyeurs e di Truth Is Fragmentary rappresentano invece in maniera esemplare la produzione diaristica tipica della Bell, vista nelle diverse incarnazioni della sua serie Lucky. Il volume raccoglie una serie di fumetti visti in rete o sotto forma di mini-comics dal 2010 all'anno scorso e che si dividono grosso modo in due categorie: la prima è costituita dai reportage dalle convention, la seconda dalla serie July, in cui ogni anno viene raccontato l'intero mese di luglio. Il lettore si trova così a viaggiare dalla Svezia alla Francia per poi sperimentare la caldissima estate di Brooklyn, ripartire per il festival Fumetto di Lucerna, tornare ancora negli Stati Uniti, fare tappa all'Oslo Comic Expo e in un casale isolato fuori New York, concludendo l'itinerario con una tappa in Colombia per il festival Entreviñetas. Pagina dopo pagina incontriamo cartoonist, amici, coinquilini, orsi, cani e assistiamo a momenti di riflessione su temi esistenziali e artistici, in cui la protagonista/narratrice si chiede spesso che senso abbia fare fumetti autobiografici, constatando che la pretesa di un realismo totale è impossibile. Da qui il titolo del libro, ripreso da un'introduzione a un'opera di Tennessee Williams.



Proprio queste riflessioni costituiscono uno dei temi principali del libro, che si concentra in maniera più significativa sulla metanarrazione, mentre The Voyeurs era più diario fine a se stesso e dava conto di un periodo più vivace nella vita dell'autrice, ricco di relazioni sentimentali, eventi intriganti, aneddoti originali. Tuttavia anche se non raggiunge le vette del precedente, Truth Is Fragmentary è una lettura piacevole, in cui la Bell conferma la sua propensione a raccontare se stessa con leggerezza, mostrando sì le sue idiosincrasie e ossessioni, ma senza mettersi a nudo come farebbero per esempio Chester Brown o Joe Matt. D'altronde quest'ultima soluzione non sarebbe nelle sue corde,  dato che il suo stile tende non tanto a rivelare il proprio vissuto intimo quanto a riportare l'insensatezza della vita quotidiana, inserendo di tanto in tanto momenti surreali, come quando viene descritta una prossima apocalisse, oppure compaiono dei gatti fantasma o un orso guida il camioncino dei gelati. Sono questi i passaggi più riusciti, insieme ad alcune variazioni stilistiche e di contenuto che costituiscono piacevoli novità rispetto alla forma abituale. Non a caso gli episodi migliori sono a mio parere July 2013, in cui vengono messi da parte sia il tema metanarrativo che l'obbligo di disegnare una tavola al giorno, e il reportage dalla Colombia, che prendendo spunto da Montaigne viene riportato da un'immaginaria assistente, regalando freschezza e originalità al racconto.


Nessun commento:

Posta un commento