AA.VV., Kuš! Komiksi, Riga (Lettonia), novembre 2013, 164 pagg. a colori, A6, $14 (spese di spedizione incluse).
Le recensioni delle antologie di fumetti sono abbastanza simili tra loro e così questa volta per parlare di š! ho deciso di cambiare leggermente musica assegnando dei premi ai migliori contributi presenti in questa quindicesima uscita, dedicata ai gatti e pubblicata alla fine dello scorso novembre. Bando alle ciance dunque e iniziamo immediatamente, anche perché a fine febbraio uscirà già il nuovo numero, questa volta con tema i villaggi.
Best Cover - Beh, la copertina è una sola, tuttavia non si può evitare di citare la brillante idea degli editor David Schilter e Sanita Muižniece di affidare la confezione del volume all'illustratore lettone Edgars Folks, classe '51, che poco ha a che fare con il mondo del fumetto indipendente contemporaneo ma la cui rilettura pop di stilemi del passato ben si adatta all'atmosfera generale.
Best Folk Song - Rimaniamo in ambito "folks" con The Land of No Parydons dell'inglese John Broadley, che riprende i testi di alcune commedie popolari di primo '900 rileggendole a suo modo e accompagnandole con le avventure di gatti antropomorfi. Il tutto con il suo stile tra Mitteleuropa e Londra vittoriana.
Best Essay - Tra gli artisti che hanno rinunciato alla componente narrativa per scrivere dei piccoli saggi, testuali o grafici, sui gatti e le loro caratteristiche, i risultati migliori li ha ottenuti a mio parere Mārtiņš Zutis, con otto originali tavole sul potere egualitario del "meow".
Best Essay - Tra gli artisti che hanno rinunciato alla componente narrativa per scrivere dei piccoli saggi, testuali o grafici, sui gatti e le loro caratteristiche, i risultati migliori li ha ottenuti a mio parere Mārtiņš Zutis, con otto originali tavole sul potere egualitario del "meow".
Best Pumpkin-Head Cat - Quello raccontatoci da Edie Fake. Il suo Beachball potrebbe andare bene anche in un'antologia su Halloween.
Best Artwork - Come negli altri numeri di š!, anche qui ho apprezzato il lavoro delle lettoni Dace Sietiņa e Rūta Briede, il primo più complesso e strutturato, il secondo più leggero e giocoso, tuttavia la palma dei migliori disegni la vorrei assegnare al "biografiktioner" Paul Paetzel, con il suo coloratissimo Walter, storia di un gatto collezionista piena di trovate brillanti, e al brasiliano Pedro Franz, con un lavoro in bianco e nero che unisce momenti astratti ad altri descrittivi.
Best Commercial - La pubblicità trasmessa in Errol di Lars Sjunnesson funziona benissimo. I gatti non potranno fare più a meno di fumare...
Best Commercial - La pubblicità trasmessa in Errol di Lars Sjunnesson funziona benissimo. I gatti non potranno fare più a meno di fumare...
Best Tribute - Senz'altro quello di Weng Pixin al suo gatto Pica, scomparso nel 2013, qui ricordato con tanto di foto.
Best Story - Mi è piaciuto molto lo sviluppo di una relazione sentimentale raccontato dalla finlandese Emmi Valve, ma ancora meglio ha fatto Michael DeForge in Guncats, su una terra minacciosa popolata da animali che uccidono i turisti a colpi di pistola, armati dalla polizia locale per screditare gli ambientalisti. Ma attenzione, questi strani assassini potrebbero arrivare anche dalle nostre parti... Come al solito DeForge riesce a raccontare una storia ricca e complessa in uno spazio proibitivo, in questo caso soltanto sei pagine.
Best Poster - Se quello di Reinis Pētersons per il suo 7 Deadly Sins for 9 Lives and Beyond! pubblicizzasse un film andrei sicuramente a vederlo.
Best Pub for Cats - L'Ol Ktteh in Lost & Found di Dāvis Ozols è il posto ideale per serate feline.
Potrei andare avanti per un altro po', ma per non tediarvi troppo mi fermo qui. Certo, nelle 164 pagine di š!, ci sono anche contributi che mi sono piaciuti meno, come Interface di Léo Quievreux & Fredox o Palace of Cats di Ernests Kļaviņš, che ho trovato fuori tono rispetto al resto dei contributi. Nel complesso però il livello qualitativo dell'antologia lettone è sempre elevato e š! rimane un esempio per qualsiasi pubblicazione di questo genere.
Potrei andare avanti per un altro po', ma per non tediarvi troppo mi fermo qui. Certo, nelle 164 pagine di š!, ci sono anche contributi che mi sono piaciuti meno, come Interface di Léo Quievreux & Fredox o Palace of Cats di Ernests Kļaviņš, che ho trovato fuori tono rispetto al resto dei contributi. Nel complesso però il livello qualitativo dell'antologia lettone è sempre elevato e š! rimane un esempio per qualsiasi pubblicazione di questo genere.
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