lunedì 10 febbraio 2014

mini kuš! 18-21




AA.VV., Kuš! Komiksi, Riga (Lettonia), novembre 2013, 28 pagg. e $6 (spese di spedizione incluse) l'uno.

Di kuš! e dei suoi derivati ho già parlato diffusamente in un articolo su Fumettologica e nella recensione dei numeri 13 e 14 di š!, quindi salto a piè pari ogni introduzione e inizio questa carrellata in due parti sugli ultimi libretti arrivati dalla Lettonia, partendo dai quattro mini kuš! usciti alla fine dello scorso novembre. 
Il diciottesimo della serie è opera del tedesco Michael Jordan, artista, cartoonist e insegnante di illustrazione e fumetto, classe 1972 e conosciuto ai più per le sue collaborazioni con il collettivo austriaco Tonto Comics. This No Place to Stay mi ha affascinato sin dalla copertina, in cui lo stile volutamente classico di Jordan è impreziosito dai colori irreali e dall'uso del retino tipografico. L'interno conferma l'atmosfera anni '50, ma attualizza il tratto Ec Comics dell'autore sfumando gli aspetti narrativi del racconto a vantaggio di quelli iconici. Il viaggio del barbuto protagonista tra panorami desolati, un bar nascosto nella roccia e un ospedale simile a una prigione contiene infatti numerosi riferimenti simbolici, al centro dei quali ci sono le stimmate di un'infermiera, associate graficamente all'amnesia di cui l'alter ego di Jordan è vittima e al sipario grazie al quale riesce a trovare una via d'uscita dall'incubo in cui si è ritrovato.



L'uso dei simboli è d'altronde un'ottima soluzione per raccontare in sole 24 pagine una storia densa di significato e ne è conscio anche Berliac, artista argentino autore del mini kuš! #19. Il giaguaro disegnato sul cuore dell'uomo raffigurato in copertina è così la metafora di quanto accade nelle pagine di Inverso. Un biologo parte per la foresta amazzonica alla ricerca del "giaguaro negativo", una particolare specie caratterizzata da pelle nera e macchie bianche. Ma la decisione di intraprendere il viaggio scontenta la sua partner, causando una crisi di coppia che lascerà un segno definitivo, appunto, nel cuore del protagonista. E' notevole come Berliac riesca in sole 24 pagine a descrivere emozioni tanto definite da risultare autentiche. Bellissima è anche la raffigurazione della foresta amazzonica con i suoi indigeni, resa con soluzioni grafiche sempre differenti e un'alternanza di rossi, neri e verdi che arricchisce una splendida prova di un autore da tenere assolutamente d'occhio.



Crater Lake di Jean de Wet, il mini kuš! #20, è invece un albo esclusivamente grafico, realizzato interamente con tenui linee blu su uno sfondo bianco. Le figure e gli oggetti sono vuoti ma arricchiti da un uso costante di righe e punti, quasi lo stile dell'autore sudafricano fosse un pointillisme monocromatico, caratterizzato dall'amore per il dettaglio più che per il colore. Le immagini raccontano le reazioni di un piccolo villaggio lacustre situato all'interno di un cratere vulcanico a un evento cosmico, probabilmente una caduta di meteoriti, mentre in cielo vola uno strano oggetto non identificato. I riferimenti spazio-temporali sono piuttosto vaghi, ma poco importa, perché de Wet ci trasporta con i suoi disegni in un mondo altro, restituendo al lettore la sensazione della pochezza dell'uomo di fronte alla natura, come in passato hanno fatto pittori, poeti, filosofi. Assolutamente affascinante.



Anche Jungle Nightil mini kuš! #21, è ambientato in una piccola comunità, che in questo caso sorge nei pressi di una giungla. Il tono utilizzato dalla polacca Renata Gąsiorowska è quello della fiaba e i graziosi disegni sono accompagnati dalla narrazione in forma diaristica di Lili, la ragazza-animale che durante una notte nella giungla passata insieme ai compagni di scuola si allontana e fa perdere le sue tracce. Lili osserva i suoi "amici" giocare e divertirsi ma non riesce a fare altrettanto, nemmeno l'alcol sortisce l'effetto sperato e allora è meglio sparire, tanto nessuno si accorgerà della sua assenza. Jungle Night è la storia di ogni adolescente che si rispetti e ha il pregio di descrivere l'inquietudine con costante leggerezza, di essere profondo con semplicità. Bella anche la raffigurazione della giungla, con immagini a tutta pagina dominate da diverse sfumature di verde.
Per ora è tutto, a risentirci tra qualche giorno per la recensione di š! #15, ovviamente sempre sulle stesse frequenze. Stay tuned!

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