sabato 1 marzo 2014

Number 1



di Box Brown, Retrofit Comics, Philadelphia (USA), febbraio 2014, 48 pagine, bianco e nero, 7" x 10", $6.  

Prime uscite del nuovo anno per la Retrofit Comics di Philadelphia, che dà inizio al suo ricchissimo programma editoriale con Number 1 del padrone di casa Box Brown e con l’atteso Wicked Chicken Queen di Sam Alden, cui seguiranno nei prossimi mesi fumetti di Madeleine Flores, Zac Gorman, Josh Bayer, Antoine Cosse, Ben Constantine, Anne Emond, Niv Bavarsky, Jack Teagle, Akino Kondoh. Tralasciamo per ora l'albo di Sam Alden, di cui parlerò a breve in un altro post, e occupiamoci di Number 1 di Box Brown, che per chi non lo conoscesse è la mente dietro la Retrofit, ha realizzato di recente Beach Girls e la serie Softcore, è stato pubblicato anche in Italia con Inside the Box edito da Lök Zine e ha in uscita a maggio per la First Second Books la graphic novel Andre the Giant: Life and Legend


A parte due pagine finali intitolate The Documentarian, Number 1 è integralmente occupato da Kayfabe Quarterly, una storia che partendo dal concetto del kayfabe proprio del wrestling (chiaramente una passione dell'autore), affronta i temi della finzione nella vita di tutti i giorni e delle maschere dietro cui si nascondono le persone. Non è tuttavia questo l'unico focus del racconto, anzi, il merito principale di Brown è quello di rinunciare a una narrazione convenzionale per delineare in maniera realistica i processi mentali del protagonista, invitando a seguirne non solo la storia personale ma anche i capricci della psiche. Inizialmente Virgil è un giovane e ingenuo appassionato di wrestling ma dopo poche pagine inizia a vedere con più criticità i suoi idoli, i suoi punti di riferimento e in genere ogni figura autoritaria. 


Fonda così una rivista di costume, ha successo, assume dei collaboratori, amplia il suo business, dubita del padre, risponde con scetticismo ai discorsi religiosi del fratello, fino a una conclusione che lascia più domande che risposte, come suggerisce il titolo dell'ultimo numero del Kayfabe Quarterly
L'approccio grafico e narrativo è asettico, a tratti spiazzante, con quelle teste tonde che ricordano esteticamente i Peanuts ma che qui sono protagoniste di storie crude, ben lontane dai toni delle strip. I fumetti di Brown non attraggono immediatamente, non lusingano il lettore, ma alla fine lo conquistano grazie a uno stile definito e personale che cresce a ogni prova.

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