martedì 7 ottobre 2014

Qualche fumetto dalla Small Press Expo



Tra i tanti fumetti che ho portato a casa dalla Small Press Expo, questi sono quelli che ho già letto e di cui sono riuscito a scrivere qualcosa. Spero di occuparmi anche di molti altri nelle prossime settimane o mesi, tempo permettendo.




Studygroup Magazine #3D - Nuovo numero della rivista di Portland, questa volta caratterizzato da un inserto in 3D, con tanto di occhialetti allegati. All'interno troviamo un lungo omaggio a Ray Zone, pioniere dei fumetti alternativi in tre dimensioni, con i ricordi di Mary Fleener, Kim Deitch, Melinda Gebbie e Alan Moore. Un articolo di Jason Little riepiloga invece i legami tra arte tridimensionale e fumetto, mentre i cartoonist chiamati in causa danno forma a tavole assolutamente stupefacenti: personalmente non ricordo di aver mai ammirato un 3D a fumetti così ben fatto e vedere i disegni di Kim Deitch, Dan Zettwoch e Chris Cilla che escono fuori dalla pagina è davvero una meraviglia per gli occhi. Belli anche i lavori di Malachi Ward, meno spettacolare degli altri ma decisamente suggestivo e d'atmosfera, e dello stesso Little, autore di una pagina in cui lo sfondo dà l'idea di profondità mentre una serie di vignette finiscono sotto gli occhi del lettore. Anche le pagine bidimensionali della rivista presentano diverse chicche, tra cui un profilo di Ryan Sands (patron della Youth In Decline e molto altro) a opera di Rob Clough, uno speciale su Prince of Cats di Ronald Wimberly e i fumetti di Pete Toms, Connor Willumsen e Trevor Alixopulos. Per i contenuti vi rimando al sito di Studygroup, che per inciso è anche uno dei migliori luoghi sul web dove leggere fumetti.




I Don't Hate Your Guts e Slow Graffiti - Tornano gli sketchbook di Noah Van Sciver con due albi, il primo pubblicato dalla 2D Cloud di Minneapolis, il secondo autoprodotto. I Don't Hate Your Guts riprende la struttura del precedente More Mundane presentandoci un nuovo diario autobiografico nella semplice struttura una pagina/un giorno. Che dire, forse questi diari sono una delle cose che riesce meglio al cartoonist di Denver, anche se in realtà ormai gli riesce tutto. Questa volta oltre alla solita dose di cinismo c'è anche una storia d'amore... Cosa volere di più? Il materiale di Slow Graffiti è invece più simile a quello visto nei due albetti di sketchbook usciti per la Tinto Press e si fa notare per un racconto portante con una protagonista femminile. 




Missy #1, Missy #2 e Middle School Missy - Avevo letto qualche fumetto di Daryl Seitchik on line ma non avevo mai avuto l'opportunità di averne tra le mani una versione cartacea. I primi due numeri sono pubblicati dalla Oily Comics, mentre il più recente Middle School è autoprodotto. La Seitchik ha trovato con questa serie - un diario di una bambina/adolescente apparentemente autobiografico - la piena consapevolezza dei suoi mezzi. La protagonista, disegnata con tratti minimali, domina la scena assumendo sempre nuove posizioni all'interno della vignetta ma con lo sguardo costantemente tra il diffidente e l'incazzato. C'è un notevole senso della profondità e del movimento in queste tavole, apparentemente semplici ma in realtà costruite con perizia. Le situazioni quotidiane diventano comiche grazie ai commenti cinici e glaciali che la piccola Daryl scrive a Missy, nome con cui chiama appunto il suo diario. Per darvi un'idea dei contenuti, in Middle School Missy la protagonista si lamenta per l'apparecchio ai denti, sogna una fuga nichilista dalla sua cameretta, inizia a parlare in spagnolo, ha le mestruazioni per la prima volta, giura di fare sesso entro la fine dell'anno e - in un visionario finale - affoga mentre predice l'addio a tutti gli amici dell'adolescenza. Sono quasi certo che non mi stancherei mai di leggere fumetti come questo.




Mountain Comic + Generous Impression - Conor Stechschulte è l'autore di The Amateurs, un albo autoprodotto che la Fantagraphics ha ristampato di recente con qualche pagina extra. The Amateurs è una delle cose migliori viste negli ultimi anni e quindi seguo con estrema curiosità ogni cosa che esce dalla matita di Stechschulte. Alla SPX il cartoonist ha portato uno dei suoi albetti di soli disegni, questa volta panorami ripresi dalla vetta della Rooster's Comb Mountain nello stato di New York. Più dettagliata la bella copertina su carta verde, mentre i suggestivi interni in blu ritraggono in maniera stilizzata monti, nuvole e ombre. I diversi elementi si fondono tra loro dando vita a un quadro di insieme astratto, come se l'uomo si fosse perso davanti alla natura perdendo la capacità di rappresentarla. Generous Impression è invece un albo di 24 pagine che contiene una serie di schizzi e bozzetti realizzati durante la lavorazione della prossima fatica di Stechschulte, Generous Bosom, in uscita a novembre per la Breakdown Press. Guardando i volti, gli ambienti, le semplici linee create dall'autore rimane la curiosità di vedere come prenderanno forma definitiva nel nuovo lavoro.




Frontier #3-4-5 - Mi sono già occupato dei primi due numeri di Frontier e dopo che il terzo si è perso chissà dove per qualche disguido postale sono rimasto un po' indietro con le ultime uscite. La SPX è stata così un'occasione per recuperare gli arretrati e fare conoscenza del quinto numero fresco di stampa. L'antologia monografica edita dalla Youth in Decline di Ryan Sands ha ospitato nella terza uscita il debutto statunitense di Sascha Hommer, autore tedesco che unisce figure da cartoon e razionalismo in stile Bauhaus, humour cinico e freddezza teutonica. Tra i tre racconti qui pubblicati, tutti di ottimo livello, spicca Transit, formalmente accattivante. Frontier #4 è invece un albo esclusivamente figurativo, salvo alcune parole che ricorrono a mò di graffiti tra un disegno e l'altro. A realizzarlo è Ping Zhu, artista di Los Angeles ora con base a New York, dotata di uno stile colorato e naif che guarda all'arte del Novecento. Credo che l'opera possa considerarsi in larga parte una ricerca sull'uso dello spazio e sulla rappresentazione del movimento, reso attraverso l'uso di ampie pennellate e di figure "piene", che si oppongono al vuoto costante delle altre, tanto che l'albo è in larga parte dominato dal bianco della pagina. Sicuramente questo quarto numero è finora il più ostico della serie, anche se riesce a suo modo a essere intrigante. Con la quinta uscita torniamo a territori più propriamente fumettistici con Sam Alden, che qui realizza uno spin-off di Hollow, nuova opera sulla lunga distanza vista in parte sul suo Tumblr. Arricchita dall'uso del rosso e del viola, la storia esplicita alcuni elementi chiave della trama principale ma è leggibile anche autonomamente. Una cavità profonda e oscura perseguita due adolescenti e questa volta, a differenza di altre storie di Alden, non è una metafora.

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