mercoledì 27 novembre 2013

Bülb Comix 2[w] collection


Si è conclusa a ottobre la storia della Bülb Comix, casa editrice di Ginevra nata nel 1996 per mano di Nicolas Robel e da lui diretta insieme a Mathieu Christe e Heidi Roethlin. In questi 17 anni i tre hanno dato vita a un gran numero di progetti, tra cui spiccano libri di autori svizzeri come lo stesso Robel, Christophe Lambert, Alex Baladi, Andréas Kündig e traduzioni di fumettisti stranieri quali John Porcellino, Ron Regé Jr., Tom Gauld, Nicolas Mahler. L'ultimo della serie è stato il volume Z della lunghissima collezione 2[w], iniziata nel 1997 e che ha proseguito la marcia fino ad arrivare a ventisei uscite. Si tratta di piccolissimi box, ognuno contraddistinto da una lettera dell'alfabeto e contenente cinque mini-comics apribili a fisarmonica dalle dimensioni di 3,5 x 4,5 cm, costituiti da 11 "ante" stampate su entrambi i lati per un totale di 22 pagine (unica eccezione è la prima uscita, che è senza scatola e comprende undici albetti invece dei canonici cinque). Nel corso degli anni la serie ha ospitato tantissimi autori da tutto il mondo, tra cui ricordiamo Chris Ware, Frederik Peeters, Pentti Otsamo, Rutu Modan, Marc Bell, Arne Bellstorf, Jordan Crane, Max, Stéphane Blanquet, Archer Prewitt, Yan Cong, Chihoi, Steven Weissman.

Comics, A History di Chris Ware

Di recente mi sono procurato tre box della collezione 2[w], cioè V (con Jad Fair, Gregory Chapuisat, Jim Drain, Kitty Crowther e Ivan Brunetti), Y (Charles Burns, It's Raining Elephants, Xavier Robel, Aisha Franz, Mat Brinkman) e Z (Jockum Nordström, Yūichi Yokoyama, Elvis Studio, Blexbolex, Nicholay Baker). Nel primo dei tre ho apprezzato in particolare il lavoro di Jad Fair. Conosciuto ai più come musicista e in particolare per essere stato il fondatore degli Half Japanese e aver collaborato con Daniel Johnston e Yo La Tengo, Fair realizza Love and Monster, un mini-comic muto in grigio e rosso con una galleria di illustrazioni che uniscono simmetricamente raffigurazioni di mostri con altre a tema amoroso. Ancora più riuscita, sempre nel box V, la prova di Ivan Brunetti, che sfrutta come meglio non si potrebbe le regole del progetto 2[w] raccontando la storia della strana relazione tra i quadri dipinti da un artista astratto e i vestiti delle sue conquiste sessuali. D'altra parte non potevano esserci dubbi in proposito, perché l'autore dello spassoso e spietato Schizo è un maestro nei comics dallo stile cartoon e si era già cimentato in passato con il piccolissimo formato. 

Il mini-comic di Ivan Brunetti

Il box Y si apre con Charles Burns, che pubblica "frammenti casuali" di un suo diario (reale? inventato?) del periodo 1977-1979 ispirandosi al cut-up di William Burroughs. Le pagine scritte iniziano proprio con Burns che legge sotto un albero La morbida macchina e si alternano a disegni e immagini che raffigurano di volta in volta una giovane donna, il Jimbo di Gary Panter, lo stesso Burroughs, una vignetta di un fumetto sentimentale, una riproduzione di un'immagine pornografica e infine quello che è probabilmente un autoritratto dell'autore da giovane. Imperdibile, e chissà che non suggerisca a Burns la strada di romanziere, perché la scansione dei tempi narrativi e alcuni passaggi sono davvero azzeccati. Citiamo brevemente, ancora dal box Y, la storia di una famiglia spaziale raccontata da Aisha Franz e una spettacolare battaglia tra scheletri rappresentata con la solita abilità da Mat Brinkman. 

Cut Up, Random Fragments 1977-1979 di Charles Burns

Infine arriviamo all'ultima uscita, quella dell'addio alle pubblicazioni, per l'occasione tutta a colori. Apre lo svedese Jockum Nordström con i suoi suggestivi acquarelli bucolici, seguiti dal bel quadro pop-art di Yūichi Yokoyama. Graficamente affascinante il lavoro degli svizzeri di Elvis Studio: le loro illustrazioni virate in giallo sono abitate da forme geometriche, fantarcheologia alla Peter Kolosimo e pura suggestione onirica. Peccato non  poterle ammirare in grandi dimensioni per apprezzarne meglio i dettagli. Il francese Blexbolex sperimenta con fotografie che stimolano associazioni mentali stravaganti oscillando tra il suggestivo, il desolato e l'inquietante, mentre il commiato spetta a Nicholay Baker con due serie di disegni astratti che si animano se fatti ruotare su un giradischi.

Kunsttempel di Elvis Studio

Nonostante la decisione, purtroppo, di cessare le pubblicazioni, il sito di Bülb Comix è ancora attivissimo e continua a promuovere il catalogo esistente. Dateci un'occhiata, in attesa magari che dalla Svizzera arrivino notizie su un nuovo progetto editoriale.

giovedì 21 novembre 2013

Comics People: Pat Aulisio



Inauguriamo con Pat Aulisio una nuova rubrica, Comics People, che parlerà di volta in volta di un cartoonist, senza necessariamente prenderne in esame un'opera in particolare e senza la pretesa di farne un profilo ragionato ed esaustivo.
Inutili puntualizzazioni a parte, Pat è un cartoonist di Philadelphia che con il suo marchio Yeah Dude Comics fa uscire una serie infinita di albi suoi e di altri artisti, realizza video a fumetti in cui suona la batteria, partecipa a tantissime convention, organizza barbecue con vendita di albi autoprodotti e così via. Insomma, Pat è una vera forza della natura e i suoi progetti, spesso strampalati, comprendono svariate parodie di supereroi Marvel e Dc, un demenziale e divertentissimo Diabolik schiavo di Eva Kant, una rilettura di 2001: Odissea nello Spazio, un mini-comic di 8 pagine con copertina trasparente e carta interna quadrettata che riproduce lo schema di un modulatore di distorsione temporale e tanto altro. Il tutto però con il suo marchio ben impresso sopra, nel senso che basta aprire una qualsiasi delle sue pubblicazioni per capire che è di Pat Aulisio. 


Time Distortion Modulator Schematics Manual

Una delle sue ultime uscite, pubblicata in collaborazione con la casa editrice Hic and Hoc, è Xeno Kaiju, un fumetto di 16 pagine formato tabloid in bianco, nero e rosso che racconta senza parole la storia di un gemello di Godzilla che distrugge un'intera città. A me tra i tanti progetti quello che è piaciuto di più è l'antologia F'real Real, edita dalla Drippy Bone Books nell'aprile del 2012, perché ci fa vedere un Aulisio più accurato nel disegno ma senza tradire se stesso. L'albetto di 40 pagine è pieno di gag riuscitissime con il solito repertorio di squartamenti, sesso, droghe ed escrementi, ma accanto a parodie di Garfield e Bart Simpson troviamo anche belle tavole con un disegno a china dettagliato e un paio di notevoli splash-page.

Due pagine interne di F'real Real

Per concludere ricordiamo alcune tra le ultime uscite della Yeah Dude Comics, cioè il recentissimo Thinking About the Afterwards di Josh Burggraf, presentato al Comic Arts Brooklyn, 3 Fates di Emma Louthan e due porno-albi, Alluring Pictorials for Lovers di Raul Cuntcrust e Seva Torntaint e Naked Sex: The Ultimate Truth del solo Cuntcrust, che ampliano ulteriormente il ventaglio di interessi di Pat. Se volete scoprire cosa vuol dire fare fumetto underground oggi, senza nessun compromesso e fregandosene delle reazioni del pubblico, dovete conoscere il mondo di Pat Aulisio.


La copertina di Xeno Kaiju

lunedì 18 novembre 2013

The Comic Arts Brooklyn Experience - part 2


Seconda parte dello speciale Comic Arts Brooklyn 2013 sulla mia pagina in inglese. Questa volta a raccontarci il loro festival sono Chris Pitzer della Adhouse Books, la cartoonist Leslie Stein, Dave Nuss della Revival House Press, Ed Kanerva della Koyama Press e Mack Pauly della Space Face Books. Buona lettura!

venerdì 15 novembre 2013

The Comic Arts Brooklyn Experience - part 1


Sulla mia pagina in inglese trovate la prima parte di un reportage del festival Comic Arts Brooklyn che si è tenuto lo scorso 9 novembre a New York, scritta da chi era lì. Cominciamo con Gabe Fowler, organizzatore della mostra e proprietario del negozio di fumetti Desert Island, Pat Aulisio della Yeah Dude Comics, Box Brown della Retrofit Comics, l'artista Heather Benjamin e Matt Moses della Hic & Hoc Publications. Enjoy!

sabato 9 novembre 2013

Fantagraphics e Mould Map 3 su Kickstarter



E' di questi giorni la notizia che anche la Fantagraphics Books, la storica casa editrice di Seattle fondata da Gary Groth e dal compianto Kim Thompson, ha lanciato una raccolta fondi su Kickstarter per riuscire a pubblicare i 39 nuovi libri progettati per il 2014. Ormai il crowdfunding è diventata una risorsa necessaria per l'editoria indipendente e questo è un fatto che da una parte può preoccupare ma dall'altra dà anche l'opportunità di dar vita a progetti ambiziosi da finanziare con la collaborazione di lettori e fan, spesso ben premiati per il loro contributo. A questo proposito vi segnalo le tante  "offerte" legate alla campagna della Fantagraphics, che vanno dai volumi autografati dagli autori a cene a casa di Gary Groth e addirittura, per la cifra di 1000 dollari, a un giro di cinque minuti nel magazzino di Seattle con la possibilità di portarsi a casa tutti i volumi che si riescono a trasportare, nemmeno fossimo in qualche varietà italiano degli anni '80. Aiutate la Fantagraphics se potete.
Se questa notizia ha già fatto il giro della rete, un'altra meno conosciuta è quella relativa alla terza uscita dell'antologia Mould Map, edita dalla Landfill Editions, casa editrice con base tra Londra e Stoccolma. Il terzo numero di Mould Map verrà infatti pubblicato soltanto se si troveranno i fondi necessari sull'apposita pagina Kickstarter. Per contribuire c'è tempo fino al primo di dicembre e dall'Italia bastano 30 sterline per farsi mandare a casa il volume e trovare anche il proprio nome citato tra i ringraziamenti. Un'occasione che vi consiglio di non lasciarvi sfuggire, dato che si tratta di un libro di 224 pagine a colori in formato A4 con inserti in A5, che ospita artisti come Sammy Harkham, Jonny Negron, Leon Sadler, Lala Albert, Olivier Schrauwen, CF, Aidan Koch, Sam Alden, Julien Ceccaldi e tanti altri.




giovedì 7 novembre 2013

Monster



AA.VV., Hidden Fortress Press, Providence (Rhode Island, USA), settembre 2013, tre albi spillati per 196 pagg. totali, $ 30.

Alla fine degli anni Novanta Providence, conosciuta ai più per essere la città natale di Howard Phillips Lovecraft, divenne il centro di un vivace movimento noto come "scena di Fort Thunder", dal nome di un ex magazzino occupato divenuto punto di ritrovo dei giovani creativi del posto. Quell'esperienza, che attirò musicisti e artisti da ogni parte degli Stati Uniti, fu significativa soprattutto nell'ambito del fumetto, dato che molti dei suoi protagonisti provenivano dalla Rhode Island School of Design. Fort Thunder rivoluzionò i comics alternativi dell'epoca e non solo, reintroducendo elementi sporchi e underground che si erano diradati nel corso degli anni, uniti alla passione per il fantasy/horror e a un bel po' di nonsense.
Uno dei protagonisti di quella scena, Paul Lyons, finita l'esperienza di Fort Thunder e dell'antologia Paper Rodeo si dedicò a una nuova pubblicazione, Monster, che di tanto in tanto torna nelle fiere e nei negozi statunitensi in limitatissime edizioni. L'ultima uscita, dopo quella del 2010, risale al settembre scorso e consiste nel progetto finora più ambizioso di Lyons e dell'altra mente dietro la Hidden Fortress Press, Roby Newton: si tratta di un'elegante serigrafia di Heather Benjamin allestita a mo' di cofanetto, limitato a sole 400 copie e contenente tre albi spillati con copertine in rilievo e interni in marrone e blu, per un totale di 196 pagine di fumetti che hanno come tema di fondo l'orrore nelle sue diverse forme.




Se le antologie rischiano di essere croce e delizia del lettore, nel senso che accostano di frequente qualche contenuto eccellente a tanti altri poco significativi, per Monster questo discorso non vale, perché il livello qualitativo è decisamente elevato. Il primo volumetto è da incorniciare (ma prima magari leggetelo): inaugurato dal sanguinolento Intimidation Rite di Thomas Toye, dà spazio a un'iperrealistica rappresentazione del sadismo da parte di Edie Fake e cala quindi il piatto forte di Monsters or Teenage Girls Circa 1989. Brittany Hague rilegge il bullismo femminile dei college americani trasformandolo in un horror sociale, in cui le immagini pian piano scompaiono per lasciare spazio a un testo angosciante reso a caratteri cubitali, capace di ricordare le atmosfere di Bret Easton Ellis o del Brian Yuzna di Society. Si prosegue con le meraviglie grafiche di Jon Vermilyea, autore di due splendide immagini a doppia pagina di una casa in fiamme che sfruttano al meglio la colorazione del volume, e con i quadretti surrealisti di Leif Goldberg, utili a spezzare la tensione prima del gran finale offertoci da Mike Taylor: Twelve Visits è un racconto ottocentesco dai tratti paranoidi vicino proprio ai primi lavori del "padrone di casa" H.P. Lovecraft.
Sia chiaro che non tutta l'antologia è a questo livello, ma anche nei due volumetti restanti di cose notevoli ce ne sono davvero tante. Citiamo innanzitutto, all'inizio del secondo albo, Mirror di Sam Dollenmayer, un horror adolescenziale applicato alla potenzialità del medium fumetto, tra l'altro valorizzato da disegni deliziosi. Buono come al solito il lavoro dell'immancabile Michael DeForge, per una volta fuori dal podio dei contributi migliori ma comunque efficacissimo nella sua semplicità, e di Molly O'Connell, con tre pagine dai tratti impressionisti su violenza sessuale e feticismo. Forse il secondo albo è quello più debole ma comunque non ci si può lamentare.
Nel terzo volume la qualità risale e si poteva immaginarlo soltanto leggendo i nomi coinvolti. Jordan Crane con il suo tratto elegante e definito ci regala un lavoro ben strutturato ma dai contorni onirici. A livello grafico spicca Cosmic Poseidon di Brian Ralph, in cui un Poseidone in versione robot manga esce dalle acque per distruggere New York lanciando tridenti e squali: da vedere. Non da meno dal punto di vista estetico sono i lavori del padrone di casa Paul Lyons, che scatena la sua vena satanica, e dell'ottimo Mat Brinkman, che riprende il tema non originalissimo della maledizione ma lo fa con stile (come potete vedere dalla tavola in basso). Belli anche i lavori di Roby Newton, sei pagine dipinte sugli orrori della guerra, e di Kevin Hooyman: la sua storiella nonsense su due strani tipi che devono far esplodere una bomba è la degna chiusura del cerchio.


Unico neo dell'antologia è la stampa, che in alcuni casi è un po' sfocata e non amalgama bene i due colori tra loro, dando un effetto simile a un 3D visto senza occhialetti. Per fortuna soltanto poche pagine sono affette da questo problema, ma per esempio la divertente storia di Keith Jones su un gruppo di balordi che vanno in giro in macchina e si ubriacano, pubblicata sul secondo albo, ne risente in maniera importante, tanto che i testi di un paio di vignette sono difficilmente decifrabili. Non sarà comunque questo dettaglio a impedirmi di definire Monster un mix riuscitissimo di arte visiva, storytelling, puro intrattenimento, riflessione sociale e creatività. In poche parole, una delle migliori antologie a fumetti che mi sia capitato di leggere.