di Chris Cilla, Revival House Press, New York (Usa), Novembre 2014, 32 pagine, bianco e nero, $ 4.99.
Labyrinthectomy/Luncheonette è un albetto realizzato da Chris Cilla per la Revival House Press di New York. Il titolo si riferisce ai due lati del comic book, occupati da due storie distinte che si ricongiungono nella pagina centrale in un'unica ambientazione. Cilla è da oltre vent'anni sulla scena fumettistica indipendente, ha pubblicato su Paper Rodeo, Kramers Ergot, Studygroup Magazine e ha fatto uscire una lunga serie di albetti autoprodotti o stampati da piccole case editrici, oltre al volume The Heavy Hand per Sparkplug. Disegna tipi strani dotati di nasi enormi, poliziotti, fricchettoni e drogati usando un tratto rotondo tipicamente underground, ma ciò che più stupisce è il modo in cui porta avanti la narrazione, un flusso di coscienza quasi letterario, a volte espresso attraverso lo stratagemma della libera associazione di idee, altre tramite una polifonia di voci che danno vita a rimandi, flashback, flashforward, frasi a effetto e puro nonsense. Il tono è leggero e scanzonato, ma in quanto a soluzioni narrative sembra di essere davanti a un libro di William Burroughs o Thomas Pynchon, autori richiamati anche in alcuni personaggi e situazioni, il primo più in Labyrinthectomy - dove troviamo uomini senza arti che sputano acini d'uva, cervelli dotati di mani e piedi che escono dalla bocca dell'autore, donne che inscenano finti suicidi - il secondo più in Luncheonette, popolato da cani antropomorfi vestiti da investigatori privati, cuochi hippie, poliziotti reazionari.
E così tra originali teorie teologiche e singolari considerazioni su temi esistenziali arriviamo al finale, in cui i personaggi delle due storie si incontrano in un minigolf a forma di "cubo di tofu", mentre fuori impazza (letteralmente) uno strano evento solare. La splash page centrale fa coesistere quasi tutto il cast del comic book proponendo una suddivisione dinamica della pagina, con un caos organizzato che sviluppa i fili della narrazione in senso diagonale piuttosto che secondo le coordinate orizzontali/verticali a cui siamo abituati. L'effetto finale è straniante nello stesso modo in cui è straniante osservare la vita di tutti i giorni con occhi diversi, senza dare nulla per scontato. E forse è proprio questo il nucleo centrale dei fumetti di Cilla, l'opposizione sempre marcata tra ambientazioni ordinarie - spesso anche degradate - e personaggi bizzarri che danno vita a situazioni improbabili. Se siete un cervello con mani e piedi o un insetto che legge il giornale sulla tazza del cesso avete capito cosa intendo.