di William Cardini, Sparkplug Comics, Portland (Oregon, Usa), Ottobre 2014, 140 pagine, bianco e nero, $13.
E' dal 2007 che William Cardini costruisce fumetto dopo fumetto il suo Hyperverse, un mondo bizzarro e irreale rappresentato attraverso soluzioni grafiche che ci portano contemporaneamente avanti verso un futuro fantascientifico e indietro all'era dell'Atari e del VIC-20. Pubblicato in una serie di quattro mini-comics, Vortex è stato ristampato recentemente in volume da Sparkplug, dando la possibilità di leggere questa epopea cosmica anche a chi come me aveva perso i singoli albi.
La storia vede protagonista il Miizzzard, un personaggio ricorrente dei fumetti ambientati nell'Hyperverse, che assume forme differenti a seconda delle epoche storiche in cui appare. La forma più ricorrente è quella di un mago da saga fantasy ed è sotto questo aspetto che si reca su un nuovo pianeta per investigare perché nonostante siano presenti degli iperraggi non ci sia traccia di nessuna iperstruttura (insomma, un bell'ipercasino). Arrivato lì, si confronta con una forma di vita aliena apparentemente ostile ma che in realtà ha lo scopo di reclutarlo per liberare una serie di entità, i Vortex appunto, dallo schiavismo dell'impero di Tolx. Per fare ciò dovrà introdursi in un'unità di controllo, intraprendendo un viaggio in un territorio oscuro pieno di figure psichedeliche in bianco e nero che ricordano le prime rappresentazioni in computer grafica del cyberspazio.
A differenza che nei primi fumetti ambientati nell'Hyperverse, in Vortex Cardini ha abbandonato completamente matita e china per dedicarsi soltanto al disegno al computer. In particolare la spessa linea tremolante utilizzata per definire il protagonista Miizzzard e per suddividere le vignette è realizzata con Manga Studio, mentre la materia grigia formata da sostrati di linee e quadretti, che costituisce la gran parte delle altre figure e degli ambienti, è resa con Photoshop. Questo processo creativo dà vita a un universo alieno fatto di forme geometriche e schemi grafici, che come detto inizialmente ricorda più un videogioco vintage (o anche una versione underground e dark di Tron) che gli esotismi spaziali a cui ci hanno abituato film, telefilm e fumetti di fantascienza.
Questa realtà così straniante non nasconde comunque numerose influenze fumettistiche e letterarie. Il primo riferimento sono i fumetti cosmici della Marvel e della Dc Comics, dal solito Silver Surfer all'opera omnia di Jack Kirby, in particolare il Quarto Mondo e gli Eterni. La storia è impregnata anche di saghe fantasy e fantascientifiche, come conferma lo stesso autore in questa intervista con lo scrittore e giornalista David Z. Morris. Queste basi, derivanti in gran parte da letture adolescenziali, sono rivisitate attraverso una sensibilità che guarda all'underground degli ultimi vent'anni. D'altronde Mat Brinkman è dichiaratamente una figura fondamentale nella formazione di Cardini, che lo ha citato spesso come fonte d'ispirazione. Vortex è anche affascinante perché mette in fila pagine alla Fort Thunder seguendo un processo creativo e delle tecniche del tutto opposti a quelli viscerali e artigianali del gruppo di Providence.
Un altro paradosso di Vortex tira ancora in ballo Jack Kirby. The King ha riempito le pagine dei suoi Eterni di dispositivi tecnologici di ogni tipo, cavalcando una tendenza retrofuturista diffusissima in passato e volta a immaginare futuri e mondi alieni ipertecnologici. Kirby passava giornate a disegnare con matita e china navicelle spaziali, edifici avveniristici, dispositivi complessissimi. Adesso che di mondi fantascientifici ipertecnologici ne abbiamo visti a bizzeffe e che la tecnologia è parte del nostro quotidiano, Cardini utilizza un dispositivo tecnologico, anche se ben più piccolo di quelli che riempivano le doppie pagine degli Eterni, per creare mondi spogli e desolati ricchi di figure astratte, che oggi sembrano ai nostri occhi ben più alieni di quelli immaginati da Kirby. Per approfondire le influenze di Kirby su Vortex (oltre che su By This You Shall Know Him di Jesse Jacobs e Forming di Jesse Moynihan, due letture altrettanto consigliate), vi rimando a questo interessante articolo di Robert Boyd sul blog The Great God Pan Is Dead.
Nonostante la dimensione di Vortex sia fantascientifica e i disegni vadano spesso a finire nell'astrattismo, nel fumetto di Cardini non manca una componente materiale legate al corpo. Anzi le lacerazioni corporee, le mutilazioni, le mutazioni rappresentano uno dei temi della storia sin dalle prime pagine. Il Miizzzard e i suoi antagonisti si danno battaglia in un susseguirsi di lesioni, morti apparenti, carne che si scioglie a terra come in un quadro di Dalì, mostri che rinascono dalla pancia del nemico in stile Alien, scissioni, ricomposizioni corporee e antropofagia come se fossimo in un libro di mitologia greca. Le diverse prove e sofferenze accompagneranno il protagonista in un faticoso cammino verso la conclusione, quando per salvarsi dalla morte imminente tenterà di divorare l'energia di un intero pianeta. E se volete scoprire cosa succederà non vi resta che leggere Vortex oppure affacciarvi dalle parti dell'Hypercastle per scoprire se il Miizzzard è tornato a casa sano e salvo...